Le musiche
Per la musica, come già aveva fatto per Rocco e i suoi fratelli, Visconti scelse Nino Rota: “Nel caso del Gattopardo, il regista non ha chiesto a Rota una musica di commento, una musica “cinematografica”, ma una sinfonia originale che contenesse i temi principali del film. Rota avrebbe dovuto comporre, nelle intenzioni di Visconti, una Sinfonia del Gattopardo, senza pensare al film, alle scene, all’adattamento. Composta la sinfonia, sarebbe stata adeguata successivamente al film, così come era avvenuto a proposito dell’adattamento della Settima di Bruckner per Senso. Questa sinfonia, comunque, non “usciva”.
“Un giorno – ha raccontato Rota – ci siamo messi in casa di Luchino a cercare tra le mie passate composizioni e tra i miei temi. Luchino mi diceva anche dei temi che si avvicinavano alla sua idea. Mi ricordo che ho suonato dei brani del Faust di Gounod, dei temi di Massenet, dei temi di Wagner. Ad un certo punto, distrattamente, per associazioni di idee, ho cominciato a suonare – come se fosse un brano di altri compositori – l’Adagio, il terzo tempo di una sinfonia che avevo scritto nel 1946-47. Visconti ne fu entusiasta e disse che quella era la musica de Il Gattopardo. Non solo. Dopo che gli feci ascoltare il quarto tempo, Allegro molto agitato, vi individuò immediatamente le caratteristiche adeguate per la lunga sequenza del Viaggio a Donnafugata”.
Era la La Sinfonia sopra una canzone d’amore, il cui primo tempo era già stato utilizzato – lo si è detto – come colonna sonora del film La montagna di cristallo di Cass. Anche i ballabili (mazurka, controdanza, polka, quadriglia, galop, valzer del commiato), suonati dall’orchestrina durante la festa a palazzo Ponteleone – una sequenza della durata di ben tre quarti d’ora – furono scritti da Rota prima dell’inizio della lavorazione del film.
Questi ballabili furono registrati in precedenza ed in maniera alquanto fortunosa a Palermo, da una formazione strumentale raccolta all’ultimo momento. Tra l’altro si era in piena estate, la temperatura era di 40° all’ombra e fu deciso di effettuare la registrazione alle sette del mattino. D’altra parte, nelle intenzioni dei responsabili, questa registrazione era considerata un provino da sottoporre al regista. Quando Visconti ascoltò le musiche gli piacque in modo particolare il modo un po’ trasandato dell’esecuzione. Egli riteneva che, trattandosi di una festa che si svolgeva in una casa privata, ed essendo l’orchestrina in campo, la non perfetta esecuzione conferisse alla scena un sapore più reale. Così la registrazione fu approvata e passò senza alcuna modifica nella colonna musicale del film.
Il Valzer brillante
Il motivo centrale della sequenza del ballo di Il Gattopardo è costituito dalla partitura inedita di un Valzer brillante di Verdi. Si tratta di un valzer a suo tempo dedicato da Verdi alla contessa Maffei, il cui manoscritto originale era stato acquistato presso una libreria antiquaria romana da Mario Serandrei, montatore del film e amico sia di Visconti che di Rota, e regalato a Visconti.
La partitura per pianoforte è stata orchestrata successivamente da Rota per piccolo ensemble e utilizzata per le evoluzioni in a solo di Fabrizio e Angelica.
I Ballabili
Se sul Valzer brillante Nino Rota ha agito come orchestratore, sui rimanenti Ballabili, forse con la stessa complicità di Visconti e a totale insaputa della critica cinematografica e musicale anche più avvertita, ha agito secondo una delle sue solite operazioni di recupero. Quei ballabili, infatti, orchestrati nello stesso modo, non appartengono originariamente a Il Gattopardo, ma al film Appassionatamente (1954) di Giacomo Gentilomo di cui Nino Rota aveva firmato la colonna sonora. Addirittura, nel film di Gentilomo venivano a inserirsi in una analoga lunga sequenza di un ballo dell’alta aristocrazia tardo-ottocentesca, durante il quale Amedeo Nazzari e Myriam Bru erano i protagonisti di una memorabile esibizione sulle note del futuro “valzer del Gattopardo”. La festa, in Appassionatamente, procedeva persino secondo gli identici cerimoniali di quella del Gattopardo, con tanto di mazurke, polke, quadriglie; per cui la “citazione viscontiana” di un film dimenticato non ha affatto colto di sorpresa Rota che ha, molto discretamente, citato se stesso. Curiosità a parte, resta quanto meno da soffermarsi sul fatto – per Visconti eccezionale – che l’autore del Gattopardo ha girato l’intera sequenza del ballo sulla musica e senza avere preventivamente approvato i ballabili scritti da Rota. “Direi – ha commentato il musicista – che questo è l’unico caso di mia esperienza in cui la musica incisa prima è stata conservata per intero nel film. Tutte le volte, infatti, che ho inciso dei play-back, anche per film con coreografie e montaggi studiati, ho dovuto reincidere la musica, perché le scene girate non corrispondevano più al play-back. Questo è avvenuto, per esempio, per Guerra e pace, per La montagna di cristallo, per Sunset Sunsrise di Kurohara” (da La musica di Nino Rota, a cura di Pier Marco De Santi, Bari, Laterza, 1983).