Una fantasia impossibile: 'Sherlock Jr.': il film dentro il film

Una fantasia impossibile: 'Sherlock Jr.': il film dentro il film

Sherlock Jr. era ben altro che un film comico pieno di numeri acrobatici. Molti lo considerano il capolavoro di Keaton. Intitolato originalmente The Misfit, il film era un esercizio di fantasia basato sul grande amore che Keaton provava per il cinema.
Ambientato parzialmente in una sala cinematografica, vede Keaton nel ruolo di un proiezionista che sogna di diventare un grande investigatore. Keaton è anche innamorato di una ragazza a cui regala fiori e cioccolatini, ma deve fare i conti con un rivale, l'affascinate Ward Crane, capace di regalare più fiori e più cioccolatini di lui. Ward Crane commette un furto di cui viene incolpato Buster. Cacciato via dalla casa della ragazza, si dirige verso il cinema in cui lavora. Dopo aver messo in moto il proiettore, si addormenta. A quel punto si sdoppia, il secondo Keaton scende in sala ed entra direttamente nello schermo. Un personaggio del film che è in proiezione, interpretato da Joe Keaton, lo caccia via a calci. Ma lui ritorna su ostinato e si trova in mezzo una serie stupefacente di scene sempre diverse.
"Quello è tutto il succo del film, il motivo per cui l'ho fatto" dichiarò Keaton. "Quella situazione e solo quella. Per il resto ho solo cercato di mettere in relazione i personaggi che si vedevano sullo schermo con quelli del mio film e attorno a questi ho costruito una trama. Fare in modo che tutto funzionasse, poi, è stato un altro problema. Quando il film uscì tutti i direttori della fotografia di Hollywood passarono notti insonni a riguardarlo per capire come avevamo realizzato certe scene".
Per quanto breve, 1239 metri appena, il film è pieno zeppo di situazioni assolutamente bizzarre. La trama pose a Keaton un problema: c'erano tante "gag impossibili" e occorreva trovare un filo che le giustificasse.
"Presi due o tre trucchi, alcuni di questi risalivano ai tempi del vaudeville. Provai a metterli insieme, ma da soli non bastavano a reggere un'intera storia. Perché sono dei trucchi illusionistici, alcuni vengono dal circo, altri da Houdini o da Ching Ling Fu".
Keaton avrebbe voluto girare Merton of the Movies, ma i diritti vennero acquistati dalla Famous Players che ne trasse un film lo stesso anno con Glenn Hunter e Viola Dana, amica di Keaton. Il primo abbozzo di Sherlock Jr., quando ancora si chiamava The Misfit, segue un po' la stessa idea: un proiezionista di un paesino di provincia va a Hollywood e diventa un grande produttore. Ma era una storia che non gli permetteva di metter dentro tutte le gag che aveva in mente di girare.
I suoi sceneggiatori erano convinti che avrebbe dovuto essere un sogno. "Mi dissero: 'Per riuscire a fare quel che vuoi fare, dev'essere un proiezionista di un cinema in un paesino di provincia che si addormenta dopo aver fatto partire il film. Una volta addormentato, sogna di essere uno dei personaggi del film che sta proiettando. Esce dalla cabina di proiezione, arriva sullo schermo e ci entra dentro. A quel punto può partire la storia che vuoi raccontare'. Credo che la ragione per cui alla fine ci siamo decisi per quel tipo di storia era che avevamo a disposizione il miglior direttore della fotografia del mondo, Elgin Lessley, uno che aveva lavorato anche con Sennett".
Il problema di Lessley era quello di dare l'illusione che un film venisse proiettato sullo schermo e contemporaneamente dare la possibilità a Keaton di entrarci dentro. Lui e Gabourie avevano costruito sul set una sala cinematografica con un grande schermo. Dietro lo schermo, poi, c'era un altro set, lo stesso in cui erano ambientate le scene che si vedevano sullo schermo, illuminato con la tipica illuminazione cinematografica. I cambi di scena sullo schermo venivano realizzati chiedendo a tutti gli spettatori (ma anche a Keaton) di restare immobili mentre il set veniva cambiato. Naturalmente ci sono dei salti, la gente non sta mai esattamente ferma, ci sono anche dei cambi di luce, ma non si nota molto. Noi ci accorgiamo soltanto del fatto che la scena è cambiata mentre Keaton è rimasto fermo allo stesso posto.
Le cose si complicano quando si passa ad una scena presa per strada. Lessley doveva girare una prima volta l'immagine della sala cinematografica senza lo schermo. Non dovevano esserci errori perché tutto quel che sta attorno allo schermo deve comunque combaciare perfettamente con la scena precedente. Poi doveva riprendere la scena in strada, stando bene attento che la posizione di Keaton, all'inizio e alla fine, fosse esattamente identica a quella delle scene precedenti e successive. Per un direttore della fotografia era un vero e proprio incubo. "In quella sequenza ci aiutammo con diversi strumenti di misura. A un certo punto mi trovavo su uno scoglio, pronto a tuffarmi in mare, quando all'improvviso il mare si trasformava in qualcosa d'altro. Bloccammo la ripresa nel momento in cui guardavo in basso verso il mare, rimanendo fermo per un secondo. Quindi prendemmo le misure col metro, piazzammo un asse davanti alla camera come punto di riferimento e misurammo la mia posizione da due diversi angoli, così da essere sicuri che io fossi nella stessa posizione rispetto alla camera. Usammo anche strumenti topografici per determinare l'altezza a cui mi trovavo, così che nella ripresa successiva io mi venissi a trovare esattamente nella stessa posizione di quella precedente. Quindi riprendemmo a girare, io feci il salto e andai a sbattere con la testa sul terreno. Tutto questo lo realizzammo semplicemente cambiando il set. Io sullo schermo, invece, davo l'impressione di essere sempre lo stesso".

(Kevin Brownlow)