Il restauro del film

È dalla fine degli anni Ottanta che la Cineteca di Bologna restaura film, eppure il restauro di I pugni in tasca, a cinquant’anni dalla sua prima proiezione, è stata un’operazione per molti aspetti inedita: è infatti molto raro poter lavorare con un autore ancora in piena attività, a cinquant’anni dal suo primo film, potendo anche avere a disposizione tutti i materiali originali.
Per quarantanove anni abbiamo sempre visto una versione di I pugni in tasca che non corrispondeva a quella che il suo autore aveva in mente mentre la stava girando. In questo libro si possono vedere i disegni preparatori e ci si può rendere conto di come fosse un film pensato e preparato in ogni minimo dettaglio.
Un aspetto chiave della preparazione era lo stile della fotografia, che doveva essere molto contrastata, con dei bianchi e dei neri profondi, in sintonia con la fotografia del free cinema inglese. Per ottenere una fotografia di qualità, Bellocchio, che produceva il film con un piccolo budget, aveva fatto uno sforzo particolare per acquistare la pellicola migliore e più costosa dell’epoca, la DuPont. Il risultato, però, fu molto diverso dalle sue attese perché il laboratorio Boschi velò tutto il negativo, non solo la fotografia risultò non contrastata ma l’immagine complessiva del film assunse toni tenui: il ricordo che credo tutti abbiamo del film è quello di un’immagine grigia, non contrastata, l’esatto opposto di quello che Bellocchio voleva.
Come spesso succede, gli autori conservano un rapporto viscerale e presente con le loro opere e quando con Marco Bellocchio, già tre anni fa, abbiamo iniziato a parlare del restauro del film, la prima cosa che ci chiese fu: “Credete che con il digitale si possa tornare al contrasto che ho sempre voluto?”. Proprio in questa direzione abbiamo lavorato con Daniele Ciprì, autore e straordinario direttore della fotografia anche per gli ultimi film di Bellocchio, da Vincere in avanti.
Marco Bellocchio, Daniele Ciprì e Giandomenico Zeppa, specialista della color correction dell’Immagine Ritrovata, hanno visionato più volte il film assieme per ritrovare l’anima originale della fotografia. La scansione è stata eseguita in 4K, il film è stato ripulito digitalmente. Il lavoro di posa del negativo ha occupato un periodo di circa un mese, con alcune pause. Il risultato finale è stato accolto in maniera entusiastica da Marco Bellocchio.
I pugni in tasca
è un film straordinario in qualsiasi condizione lo si veda, ma certamente questa nuova versione restituisce ai suoi interpreti lucentezza, al film tutta la sua forza ‘non riconciliata’ e il suo appartenere a un’epoca che sperimentava molto anche attraverso la fotografia.

(Gian Luca Farinelli)