La censura

La censura

Il ricordo di Rosi

Il ministero aveva rifiutato a Salvatore Giuliano il prestito abituale della Banca d'I­talia, ma ciò nonostante Cristaldi aveva de­ciso di farlo lo stesso, affrontando tutti i ri­schi che c'erano. Salvatore Giuliano fu tenu­to in visione per un mese dalla commissione censura, poi ebbi un rapporto personale col direttore della cinematografia De Pirro e il film si sbloccò. Mi ero preparato all'even­tualità della censura facendo sì che nel film non ci fosse nulla che non rispondesse a fat­ti assolutamente inoppugnabili. Mettiamo: non ero affatto sicuro io stesso che Pisciotta avesse materialmente ucciso Giuliano, nel momento in cui facevo il film sapevo che la verità poteva non essere quella, e allora non ho fatto vedere materialmente Pisciotta uc­cidere Giuliano. Quando mi si chiese di togliere la scena in cui si vede Giuliano morto sul letto, col capitano dei carabinieri in borghese che ha l'idea di vestirlo, questa richiesta era molto ipocrita. Dicevano che il cadavere faceva impressione al pubblico, e non il vero moti­vo, documentato anche quello. Allora dissi: "Benissimo, se ve la tolgo, dovete però pen­sare questo: che dal momento in cui ho la­sciato vivo Salvatore Giuliano lo ritroviamo nel cortile De Maria come corpo sul quale tirano dei carabinieri in borghese, che sap­piamo essere dei carabinieri. Quindi sarà chiaro senza nessunissima ombra di dubbio che quelli che hanno ammazzato Salvatore Giuliano sono stati i carabinieri! Se volete, lasciamo così." E loro: "No no no no!..." Ed è andata avanti così, scena per scena, per­chè ero molto sicuro delle cose che avevo fatto.
(Francesco Rosi)




Il nulla-osta

"La commissione esaminato il film esprime parere favorevole alla programmazione in pubblico a condizione che sia eliminata la scena che si svolge nella stanza ove è il cadavere di Giuliano e i fotogrammi con la sventagliata di mitra sul cadavere dello stesso nel cortile della casa di Maria e quella del cadavere coperto di ghiaccio nella stanza mortuaria, in quanto truci ed impressionanti [...]; sia ridotta la scena nella quale i carabinieri arginando la corsa delle donne verso il centro della città si mostrano eccessivamente rudi con spintoni, in quanto offensiva del decoro e del prestigio di agenti della Forza Pubblica [...]. La visione del film è vietata ai minori degli anni 16, contenendo il film scene impressionanti non adatte alla sensibilità dei minori".

Dal nulla-osta n° 36.202 concesso in data 5 gennaio 1962 dalla Commissione censura:
(Fonte Italia-Taglia, Fondazione Cineteca di Bologna)




Sulla stampa

Come era facile prevedere, il film di Francesco Rosi sulla vita di Salvatore Giuliano ha incontrato seri ostacoli in censura. La commissione ministeriale incaricata di concedere o di negare il visto avrebbe infatti lasciato scadere i termini previsti dalla legge, senza pronunciarsi in merito: Salvatore Giuliano è fermo in censura da più di quaranta giorni, dal 24 novembre scorso. […] D'altra parte non è pensabile che l'intervento censorio possa essere limitato all'eliminazione d qualche sequenza o di qualche battuta: in questo film non esiste 'materia' censurabile, almeno nel significato comune di offese al pudore o alla morale comune: o il film passa per intero o vine respinto con qualche cavillo.[…] In questa imbarazzante situazione i censori avrebbero ricevuto una serie di pressioni per ritardare per quanto possibile l'emissione della 'sentenza'; secondo alcune indiscrezioni la prospettiva di un mutamento di indirizzo nell'ambito del governo potrebbe portare più agevolmente allo sblocco della situazione.
(Luigi Biamonte, 'Giuliano' bloccato in censura, in 'Il paese', 5 gennaio 1962)

I censori hanno in particolare richiesto: che siano eliminate le sequenze della vestizione del cadavere del bandito Giuliano, della raffica di mitra che giunge sul corpo di Salvatore Giuliano – sparata per avvalorare la tesi che il re di Montelepre sia morto durante un conflitto a fuoco con i carabinieri – e dell'uscita di alcuni inservienti del cimitero di Castelvetrano mentre recano blocchi di ghiaccio, serviti per l'autopsia del copro di Giuliano. […] È stata richiesta la soppressione di alcune scene nelle quali si vedono carabinieri impegnati a 'dar spintoni' alla popolazione civile, nel corso di una manifestazione popolare contro arresti indiscriminati, operati dal Comando Forze di Repressione Banditismo. I tagli richiesti si riferiscono, quasi esclusivamente, a quella parte del film che Francesco Rosi ha dedicato alla morte di Salvatore Giuliano, cioè uno dei momenti più 'difficili' della pellicola.
(Luigi Biamonte, I tagli richiesti per il 'Giuliano', in 'Il Paese', 11 gennaio 1962)

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