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Quattro Fontane
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LIGURIA

Mignon
Chiavari (GE)

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Genova

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La Spezia

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Savona

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LOMBARDIA

Schermo Bianco
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Mignon
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Anteo Palazzo del Cinema
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03 aprile
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Beltrade
Milano

03 aprile
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Mexico
Milano

04 aprile

Palestrina
Milano

03 aprile
04 aprile

Troisi
S.Donato Milanese

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Sesto San Giovanni

06 aprile
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MARCHE

Azzurro
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Cecchetti
Civitanova Marche

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Politeama
Fano

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PIEMONTE

Verdi
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12 aprile

Massimo
Torino

03 aprile
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PUGLIA

Splendor
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SARDEGNA

Greenwich
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SICILIA

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TOSCANA

Eden
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Roma
Pistoia

07 aprile
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Pontedera

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UMBRIA

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Perugia

03 aprile
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Pegasus
Spoleto (PG)

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VENETO

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Verona

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Vicenza

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06 aprile

Él

Él

(Messico/1953) di Luis Buñuel

Soggetto: basato sul romanzo omonimo (1926) di Mercedes Pinto. Sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza. Fotografia: Gabriel Figueroa. Montaggio: Carlos Savage. Scenografia: Edward Fitzgerald. Musica: Luis Hernández Bretón. Interpreti: Arturo de Córdova (Francisco Galván de Montemayor), Delia Garcés (Gloria Vilalta), Aurora Walker (Esperanza Vilalta), Carlos Martínez Baena (padre Velasco), Manuel Dondé (Pablo), Rafael Banquell (Ricardo Luján), Fernando Casanova (Beltrán), Luis Beristáin (Raúl Conde). Produzione: Óscar Dancigers per Ultramar Films. DCP. Durata: 92’. Bn.

Restaurato da The Film Foundation’s World Cinema Project, Les Films du Camélia e Cineteca di Bologna con il supporto di OCAS e in collaborazione con Películas y Videos Internacionales presso il laboratorio L'immagine Ritrovata. Con il sostegno di Material World Foundation.


Nel 1953 la carriera registica di Luis Buñuel stava riprendendo con maggiore libertà e intraprendenza in Messico. Dopo il successo europeo di I figli della violenza, Luis Buñuel adattò con il suo complice e collaboratore abituale Luis Alcoriza il romanzo Él di Mercedes Pinto: più che una storia di fantasia era la cronaca dettagliata del terrificante calvario vissuto da vittima di un marito megalomane e gelosissimo che era, in realtà, un caso grave di delirio paranoide (Lacan mostrava questo film ai suoi studenti di psichiatria come buona illustrazione della malattia).
Magnificamente interpretato da Arturo de Córdova, Francisco Galván è ciò che in Spagna si chiama meapilas, un baciapile: un devoto ‘cristiano buono e puro’, ma di fatto un vergine di mezza età. Ossessionato dai piedi calzati di un’altra fedele, Gloria (Delia Garcés), lacorteggia finché questa non rompe con il fidanzato per sposare lui, sorprendentemente affascinata com’è dal suo carattere dispotico. Ma già durante la luna di miele Gloria scopre e subisce la gelosia completamente ingiustificata dell’uomo, che interpreta maniacalmente ogni cosa come gesto beffardo e come prova dell’infedeltà della moglie o di complotti contro di sé e contro i propri interessi finanziari e patrimoniali. Diffida di sua moglie, dei suoi avvocati e di quasi tutti, disprezza gli esseri umani che considera parassiti e afferma in modo megalomane che se fosse Dio non perdonerebbe mai l’umanità.
Sebbene di solito Luis Buñuel fosse un grande umorista e un perenne surrealista, questo – un po’ come Il ladro di Hitchcock – è probabilmente uno dei suoi film più seri, e anche uno dei più complessi e maggiormente caratterizzati da un narrazione tesa ed ellittica, e si conclude con una delle più inquietanti scene finali mai girate. Considerato da molti il migliore tra i capolavori di Buñuel insieme a Estasi di un delitto e a L’angelo sterminatore, contiene alcune immagini che spingono a chiedersi se Hitchcock avesse visto e ricordasse Él quando girò La donna che visse due volte cinque anni dopo.
(Miguel Marías)

Truffaut sul film

Il cinema messicano dell’età dell’oro

Il 1946, quando Buñuel arriva, rappresenta un momento critico per il cinema messicano. Da un lato esso sembra al culmine della sua ‘età d’oro’, che a partire dai primi anni Quaranta lo ha fatto diventare la maggiore cinematografia in lingua ...
Truffaut sul film

Que viva Buñuel!

L’America Latina mi attirava così poco che dicevo sempre ai miei amici: “Se dovessi sparire, cercatemi in tutto il mondo, ma non lì”. Eppure, vivo in Messico da trent’anni. Sono perfino diventato cittadino messicano, dal 1949. Alla fine della ...
Truffaut sul film

La storia del film

Girato nel 1952 dopo Robinson Crusoe, Él è uno dei miei film preferiti. A dire il vero non ha niente di messicano. L’azione potrebbe svolgersi in qualsiasi posto, dato che presenta il ritratto di un paranoico. Luis Buñuel Dal racconto al film Il film ...
Truffaut sul film

Un film surrealista, eretico, entomologico

Fu il surrealismo a rivelarmi che nella vita c’è un senso morale che l'uomo non può esimersi dal considerare. Per mezzo suo ho scoperto per la prima volta che l’uomo non era libero. Io credevo nella libertà totale dell’uomo ma con il surrealismo ho...
Truffaut sul film

Estasi di un’ossessione

È il ritratto di un paranoico. I paranoici sono come i poeti. Nascono così. In seguito interpretano sempre la realtà alla luce della loro ossessione, a cui tutto viene ricondotto. Supponiamo per esempio che la moglie di un paranoico suoni una piccola ...
Truffaut sul film

Antologia critica

Nell’anima di quest’eroe dalle risonanze dostoevskiane tutta l’incoerenza del mondo e della società esplode provocando una terribile distruzione. Luis Buñuel è riuscito a realizzare il ritratto di una passione: non sarà certo l’alibi della ...
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