Il calendario è in costante aggiornamento. Le date di proiezione potrebbero subire variazioni indipendenti dalla nostra volontà. Si prega pertanto di controllare l'effettiva programmazione sui canali informativi delle singole sale. | ||
BASILICATA |
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Don Bosco Prossimamente |
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CAMPANIA |
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Teatro Ricciardi 03 aprile |
Modernissimo 17 aprile |
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EMILIA ROMAGNA |
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Palazzo Vecchio 12 aprile |
Lumière 02 aprile |
Truffaut 04 aprile |
Astra 11 aprile |
Jolly 03 aprile |
Rosebud 17 aprile |
Settebello 05 aprile |
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FRIULI VENEZIA GIULIA |
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Cinemazero 03 aprile |
Ariston 03 aprile |
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LAZIO |
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Mancini 03 aprile |
Moderno 02 aprile |
Giulio Cesare 02 aprile |
Greenwich 03 aprile |
Nuovo Aquila 03 aprile |
Quattro Fontane 02 aprile |
LIGURIA |
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Mignon 04 aprile |
Ariston 03 aprile |
Nuovo 04 aprile |
Filmstudio 11 aprile |
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LOMBARDIA |
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Schermo Bianco 03 aprile |
Auditorium 05 aprile |
Nuovo Eden 02 aprile |
Filo 05 aprile |
Mignon 03 aprile |
Anteo Palazzo del Cinema 03 aprile |
Beltrade 03 aprile |
Mexico 04 aprile |
Palestrina 03 aprile |
Troisi 04 aprile |
Rondinella 06 aprile |
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MARCHE |
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Azzurro 03 aprile |
Piceno 04 aprile |
Cecchetti 18 aprile |
Politeama 03 aprile |
Sala degli Artisti 02 aprile |
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PIEMONTE |
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Verdi 11 aprile |
Massimo 03 aprile |
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PUGLIA |
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Splendor 03 aprile |
DB D'Essai 06 aprile |
Pixel 17 aprile |
Garzia 07 aprile |
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SARDEGNA |
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Greenwich 03 aprile |
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SICILIA |
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King 03 aprile |
Iris 18 aprile |
Rouge et Noir 03 aprile |
TOSCANA |
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Eden 13 aprile |
Astra 03 aprile |
Spazio Uno 03 aprile |
Triglia 03 aprile |
Roma 07 aprile |
Agorà 06 aprile |
Pecci 06 aprile |
Scuderie 03 aprile |
Pendola 13 aprile |
TRENTINO ALTO ADIGE |
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Capitol 03 aprile |
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UMBRIA |
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Postmodernissimo 03 aprile |
Pegasus 03 aprile |
Politeama 18 aprile |
VENETO |
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Campana 05 aprile |
Edera 11 aprile |
Rossini 11 aprile |
K2 11 aprile |
Fiume 13 aprile |
Odeon 03 aprile |
Él
(Messico/1953) di Luis Buñuel
Soggetto: basato sul romanzo omonimo (1926) di Mercedes Pinto. Sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza. Fotografia: Gabriel Figueroa. Montaggio: Carlos Savage. Scenografia: Edward Fitzgerald. Musica: Luis Hernández Bretón. Interpreti: Arturo de Córdova (Francisco Galván de Montemayor), Delia Garcés (Gloria Vilalta), Aurora Walker (Esperanza Vilalta), Carlos Martínez Baena (padre Velasco), Manuel Dondé (Pablo), Rafael Banquell (Ricardo Luján), Fernando Casanova (Beltrán), Luis Beristáin (Raúl Conde). Produzione: Óscar Dancigers per Ultramar Films. DCP. Durata: 92’. Bn.
Restaurato da The Film Foundation’s World Cinema Project, Les Films du Camélia e Cineteca di Bologna con il supporto di OCAS e in collaborazione con Películas y Videos Internacionales presso il laboratorio L'immagine Ritrovata. Con il sostegno di Material World Foundation.
Nel 1953 la carriera registica di Luis Buñuel stava riprendendo con maggiore libertà e intraprendenza in Messico. Dopo il successo europeo di I figli della violenza, Luis Buñuel adattò con il suo complice e collaboratore abituale Luis Alcoriza il romanzo Él di Mercedes Pinto: più che una storia di fantasia era la cronaca dettagliata del terrificante calvario vissuto da vittima di un marito megalomane e gelosissimo che era, in realtà, un caso grave di delirio paranoide (Lacan mostrava questo film ai suoi studenti di psichiatria come buona illustrazione della malattia).
Magnificamente interpretato da Arturo de Córdova, Francisco Galván è ciò che in Spagna si chiama meapilas, un baciapile: un devoto ‘cristiano buono e puro’, ma di fatto un vergine di mezza età. Ossessionato dai piedi calzati di un’altra fedele, Gloria (Delia Garcés), lacorteggia finché questa non rompe con il fidanzato per sposare lui, sorprendentemente affascinata com’è dal suo carattere dispotico. Ma già durante la luna di miele Gloria scopre e subisce la gelosia completamente ingiustificata dell’uomo, che interpreta maniacalmente ogni cosa come gesto beffardo e come prova dell’infedeltà della moglie o di complotti contro di sé e contro i propri interessi finanziari e patrimoniali. Diffida di sua moglie, dei suoi avvocati e di quasi tutti, disprezza gli esseri umani che considera parassiti e afferma in modo megalomane che se fosse Dio non perdonerebbe mai l’umanità.
Sebbene di solito Luis Buñuel fosse un grande umorista e un perenne surrealista, questo – un po’ come Il ladro di Hitchcock – è probabilmente uno dei suoi film più seri, e anche uno dei più complessi e maggiormente caratterizzati da un narrazione tesa ed ellittica, e si conclude con una delle più inquietanti scene finali mai girate. Considerato da molti il migliore tra i capolavori di Buñuel insieme a Estasi di un delitto e a L’angelo sterminatore, contiene alcune immagini che spingono a chiedersi se Hitchcock avesse visto e ricordasse Él quando girò La donna che visse due volte cinque anni dopo.
(Miguel Marías)