Paint It Black: mistero, fantastico, noir

Paint It Black: mistero, fantastico, noir

 

Il mistero è ciò che maggiormente si avvicina al sogno
David Lynch



Lynch e Gifford scrivono per associazione di idee, senza cercare di razionalizzare né di esplicitare i misteri che la loro immaginazione inventa. […] Molto spesso, nei dialoghi di Strade perdute, siamo colpiti dal carattere aperto, ambiguo, non dimostrabile né confutabile delle parole – che lasciano al regista la possibilità di aggiungerci, attraverso un leggero sfasamento, un’ambiguità supplementare.
(Michel Chion, David Lynch, Lindau, Torino 2000)



Definire un film è pericoloso. Quelli che appartengono a un solo genere non mi piacciono: ecco perché questo è una combinazione di elementi. È una specie di horror, di thriller, ma fondamentalmente è un mystery. Ecco che cos’è: un mistero. Per me il mistero è come una calamita. Ovunque ci sia qualcosa d’ignoto si sviluppa sempre una grande attrazione. […] L’intero può avere una logica, ma il frammento, tolto dal suo contesto, assume un eccezionale valore di astrazione. Può diventare un’ossessione.
David Lynch, Io vedo me stesso. La mia arte, il cinema, la vita, a cura di Chris Rodley, Il Saggiatore, Milano 2016



Interessa a Lynch il mistero che pretende una spiegazione, quello stato di disorientamento percettivo e cognitivo che coglie lo spettatore – insieme al personaggio – di fronte a eventi inspiegabili o in attesa di risoluzione. Il fatto che poi questo ‘scioglimento’ logico dei dubbi alle volte, nei film del regista, non giunga mai, è uno dei motivi più ricorrenti di irritazione da parte dei detrattori. Quasi seguendo la massima di Borges, quando ricorda l’infinita banalità delle spiegazioni ai grandi intrighi, Lynch percepisce come deludente ogni curva narrativa che si risolva semplicemente nel percorso “mondo tradizionale > evento perturbante > conflitto > sconfitta dell’irrazionale > ritorno al mondo ricomposto”.
Facendo leva, semmai, sulla perenne esitazione tra spiegazione razionale e irrazionale degli avvenimenti narrati – indicata da Tzvetan Todorov come natura stessa del fantastico letterario –, egli preferisce dilatare all’infinito il mistero mantenendone le caratteristiche iniziali di ‘rottura’ ma rinunciando di fatto a una sua riduzione elementare. Questo non significa che Lynch imposti un racconto e poi lo lasci semplicemente andare alla deriva, nemmeno in quei film – come Strade perdute – di fronte ai quali si fa strada il desiderio, da parte dello spettatore, di lasciare da parte ogni tentativo di comprensione diegetica. Almeno una ipotesi narrativa capace di contenere la maggior parte degli elementi raccontati è individuabile in tutti i film dell’autore. Non di meno, il mistero è una specie di ritmo di basso continuo che avviluppa il mondo esperito e funge da contatto comunicativo con mondi psichici alternativi, il più delle volte prodotti dalla mente di uno o più personaggi.
(Roy Menarini, Il cinema di David Lynch, Falsopiano, Alessandria 2002)



Strade perdute è un raro esempio di puro fantastico, in altre parole di quel particolare genere narrativo nato alla fine del Settecento e sviluppatosi, per quanto spesso in forme contaminate, sino ai nostri giorni. È necessario tuttavia intendersi sul senso del termine ‘fantastico’. Secondo Roger Caillois “il fantastico [...] rivela uno scandalo, una lacerazione, un’irruzione insolita, quasi insopportabile nel mondo reale [...]. Nel fantastico il soprannaturale si manifesta come rottura della coerenza universale [...]. È l’impossibile che irrompe all'improvviso in un mondo da cui per definizione è bandito”. Dal canto suo Tzvetan Todorov definisce il fantastico come il verificarsi “in un mondo che è sicuramente il nostro, quello che conosciamo, senza diavoli, né silfidi, né vampiri” di “un avvenimento che, appunto, non si può spiegare con le leggi del mondo che ci è familiare”. […] Il fantastico – nella sua accezione più pura ed autentica – si muove così su una linea di confine, incerta e labile, che unisce, più che separare, il mondo reale e quello sovrannaturale. Mentre il meraviglioso aborrisce il quotidiano e l’ordinario, il fantastico ne ha un bisogno assoluto, poiché le apparizioni del fantastico “sono tanto più terribili, quanto il loro scenario è familiare”. […] Strade perdute, che prosegue e affina la tensione verso il fantastico propria di tutto il cinema di Lynch, sembra perfettamente inscriversi in questa tradizione; e ciò vale in particolare per la prima parte del film, quando tutto deve ancora accadere.
(Dario Tomasi, Il cerchio ambiguo. Strade perdute e il racconto fantastico, in David Lynch, “Garage”, Paravia, Torino 2000)



La prima parte del film è uno dei momenti più forti di tutto il cinema di Lynch. Con grande economia di mezzi, il cineasta si prodiga per immergere lo spettatore in un’atmosfera decisamente angosciosa. Nella linea diretta del cinema moderno – non si è molto lontani da Ingmar Bergman, e viene in mente Michelangelo Antonioni –, Lynch scandaglia la crisi di una coppia paralizzata dal proprio malessere. Una distanza incolmabile sembra essersi frapposta tra la coppia formata da Fred e Renee Madison, e l’irruzione rappresentata da alcune strane videocassette recapitate per posta è ben lungi dal migliorare la situazione. […] Il malessere insopportabile, magistralmente orchestrato da David Lynch, sfocia in un delitto passionale che non vedremo mai. Fred è passato all’azione oppure no? Tutto si è svolto nella testa di un marito ossessionato dalla gelosia e tormentato dall’insondabile enigma che è rappresentato dalla moglie? Nessuno è in grado di dirlo con certezza. Sta di fatto che Fred viene arrestato e messo in prigione, dove, dopo un paio di sequenze di transizione, si volatilizza letteralmente per lasciare il posto al giovane Pete (Balthazar Getty), meccanico in un garage. La seconda parte di Strade perdute abbandona lo stile minimalista e la logica trattenuta messa in campo nella prima mezz’ora e si concede molto più all’iconografia del film noir. L’esistenza di una figura femminile doppia – la bruna Renee che si trasforma nella bionda Alice – evoca un incubo che fa pensare alla Donna che visse due volte, il famoso e paradigmatico film di Alfred Hitchcock, e rimanda all’enigma assoluto del desiderio femminile, che è decisamente il motivo dominante della seconda parte dell’opera di Lynch.
(Thierry Jousse, David Lynch, Cahiers du Cinéma, Parigi 2010)




L’iconografia del film ricorda un'atmosfera che amo molto: quella del film noir. Questa tonalità è spesso tanto forte quanto la storia stessa ed è questa che affascina maggiormente. Così come affascinante è la visione della strada perduta, che ha un forte valore ipnotico. Si ha, in quest’immagine, la sensazione di precipitare, di essere assorbiti dalle tenebre. Bisognava dare l’impressione di una notte selvaggia. Alice è come un angelo caduto, sprofondato nella pornografia. Quel che mi interessa di più non è tanto il cadere quanto il combattere. Sono sempre stato affascinato dai guai in cui spesso la gente va a ficcarsi.
(David Lynch si racconta, a cura di Stefano Boni e Enrico Vincenti, in David Lynch, “Garage”, Paravia, Torino 2000)



Sicuramente, David Lynch non indaga il noir nel modo in cui decidono di farlo Lawrence Kasdan, Michael Cimino, Oliver Stone, Curtis Hanson, David Fincher, per citare i più suggestivi […]. Tuttavia, egli può essere considerato uno dei più intelligenti autori di noir contemporaneo, a patto di spiegare che cosa intendiamo. Se, nella letteratura critica, il noir è da sempre considerato uno dei generi che più facilmente ospitano una crisi delle coordinate spazio-temporali e una certa predisposizione all’onirico, il cinema di Lynch sembra il più adatto a dialogare con tali costanti. Ciò è ancor più vero considerando la caratteristica principale dell’onirismo del noir, che è quella di incrinare i piani dell’oggettività per segnalare che ciò cui assistiamo potrebbe non essere vero. In buona sostanza, il noir mette in dubbio più di ogni altro genere la credibilità del racconto cinematografico.
(Roy Menarini, Il cinema di David Lynch, Falsopiano, Alessandria 2002)