Blow-up e la censura

Blow-up e la censura

Un film 'scabroso'

L'aspetto scabroso del film mi avrebbe reso la lavorazione in Italia pressoché impossibile. La censura non avrebbe mai tollerato alcune immagini. Sebbene, senza dubbio, essa sia diventata più tollerante in molti luoghi del mondo, il mio rimane il paese dove si trova la Santa Sede. Nel film c'è, ad esempio, una scena nell'atelier del fotografo dove due giovani donne di venti anni si comportano in modo molto provocante. Entrambe sono completamente nude, ma questa scena non è né erotica né volgare. È fresca, leggera, e oso sperare buffa. Non posso certo impedire che qualcuno possa trovare aspetti scabrosi in essa, io avevo bisogno di queste immagini nel contesto del film e non ho voluto rinunciarvi con il pretesto che avrebbero potuto non rientrare nel gusto e nella morale altrui.
(Michelangelo Antonioni, È nato a Londra, ma non è un film inglese, "Corriere della Sera", 12 febbraio 1982")


Il visto di censura

Addì 31 agosto 1967 la Commissione riprendendo in esame il film e constatato che il regista ed il produttore, accogliendo il suggerimento della commissione hanno volontariamente effettuato i seguenti tagli: 1) Eliminazione di un nudo integrale femminile nella scena della colluttazione tra ragazze. 2) Alleggerimento della sequenza a letto del pittore con la sua amica, esprime parere favorevole alla concessione del nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto di visione per i minori degli anni quattordici. Tale divieto è motivato dalle sequenze durante le quali due ragazze si recano dal fotografo e, colluttandosi, si denudano. Alla mischia partecipa anche il fotografo che, a sua volta, viene in parte denudato. Per la sequenza, durante la quale la ragazza fotografata nel parco si reca dal fotografo e allo scopo di ottenere le negative si scopre offrendosi. Per la sequenza durante la quale il fotografo si reca in una sala ove numerosi uomini e donne fumano sigarette drogate. Per la sequenza a letto del pittore con l'amica. Tutte scene, queste, che in relazione alla particolare sensibilità dell'età evolutiva ed alle esigenze della sua tutela morale non si reputano adatte per i minori degli anni quattordici".
(Nulla osta della Commissione di revisione, 31 agosto 1967, da www.italiataglia.it)



Dal sequesto all'assoluzione

Blow-up è stato posto sotto sequestro per oscenità. L'ordine di sequestro è stato emesso nel pomeriggio di ieri dal Procuratore della Repubblica di Ancona, dottor Arnaldo Angioni. L'ordinanza ha valore per tutto il territorio nazionale. Nel dispositivo della sentenza emessa dal magistrato anconetano è detto: "Nonostante le parziali modifiche apportate all'edizione originale, il film presenta diverse scene e sequenze (quali la ripetuta disposizione di nudità invereconde femminili e soprattutto la consumazione di un accoppiamento sessuale alla vista dello spettatore in modo tanto crudo e realistico da provocare disgusto) che non possono non rivestire carattere di oscenità ai sensi e per gli effetti di quanto disposto dall'articolo 528 del codice penale".
(Sequestrato Blow-up l'ultimo film di Antonioni, "La Nazione", 15 ottobre 1967)

Primo contatto stasera della magistratura napoletana con la copia del film di Antonioni Blow-up. Il film è stato proiettato alle 20.30 in esclusiva per i magistrati incaricati dell'istruttoria e per le parti interessate nella sala Gustavo Lombardo, annessa al Centro di iniziative culturali dei Gesuiti in piazza del Gesù. Alla proiezione hanno assistito il Procuratore capo della Repubblica dottor Walter Del Giudice, il sostituto procuratore dott. Vittorio Sbordone, l'esercente della sala cinematografica di Ancona, nonché i legali della casa produttrice del film.
(F. Avati, "Blow-up" esaminato dai magistrati a Napoli, "Il Messaggero", 22 ottobre 1967)

È stata ufficialmente depositata stamane la sentenza del giudice istruttore Antonio Rocco, che, condividendo in ogni punto quanto avevano ritenuto la commissione di censura e la locale procura della Repubblica, ha assolto in modo definitivo il film di Michelangelo Antonioni Blow-up. Il documento tra l'altro di dice: "Le sequenze incriminate, quale quella della lotta di due ragazze che, scherzando, cercano di spogliarsi a vicenda, e l'altra ancora che mostra un pittore in intimo colloquio con la sua amica, sono ritratte con ritmo rapido in maniera tale che l'attenzione dello spettatore si soffermi più a considerare l'atteggiamento del protagonista della scena che i particolari di quelle sequenze, le quali, peraltro, viste in rapporto al filo conduttore della vicenda filmata, rivelano quel contrasto di atteggiamenti e di comportamenti che il regista ha tenuto a mettere in risalto".
(C. Guarino, Ufficialmente definitiva l'assoluzione di "Blow-up", "Corriere della Sera", 12 novembre 1967)

 

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