Michel Simon, un eroe antiborghese

Michel Simon, un eroe antiborghese

Tra i più popolari interpreti del cinema francese, grazie al talento naturale e istintivo per la recitazione, ai tratti irregolari del volto, alla peculiarità della voce, seppe tratteggiare con vigore e originalità molti personaggi caratteristici e intensi. Tra questi, indimenticabili risultano quelli disegnati nei film di Jean Renoir, che ne fece il simbolo dei valori antiborghesi e dell'amore per la libertà affidandogli il ruolo del clochard insofferente a ogni regola, vitale sovvertitore di ogni sistema, in Boudu sauvé des eaux (1932; Boudu salvato dalle acque). Nel 1967 vinse l'Orso d'argento come miglior attore al Festival di Berlino per la sua interpretazione nel film Le vieil homme et l'enfant (Il vecchio e il bambino) di Claude Berri.
Di famiglia modesta, nel 1911, giovanissimo, si trasferì a Parigi, dove per mantenersi svolse i lavori più diversi; il suo spirito indipendente si rivelò palesemente anche nel corso della Prima guerra mondiale, durante la quale, come soldato, fu più volte arrestato per indisciplina. Simon debuttò in teatro a Ginevra nel 1920 in Measure for measure di William Shakespeare, portato in scena dalla compagnia di Pitoëff, della quale sarebbe entrato a far parte nel 1922, anno in cui questa si stabilì a Parigi presso la Comédie des Champs-Élysées. Nello stesso teatro fu ingaggiato successivamente nella compagnia di Louis Jouvet, per il quale nel 1929 recitò in Jean de la Lune di M. Achard, ottenendo un grande successo.
A conferirgli enorme popolarità fu tuttavia il cinema, che lo aveva visto esordiente già nel 1925, nella parte di Pomino, in Feu Mathias Pascal (Il fu Mattia Pascal) di Marcel L'Herbier; nello stesso anno aveva anche recitato in La vocation d'André Carel di Jean Choux, in un piccolo ruolo che sembra prefigurare le sue future caratterizzazioni, quello del precettore originale e anarchico. Fu proprio Choux a dirigere nel 1931 la versione cinematografica di Jean de la Lune, imposto come regista dallo stesso Simon, che fu anche coproduttore del film; la realizzazione terminò con un diverbio tra i due, poiché Choux non volle riconoscere il contributo dell'attore che invece si professò sempre vero autore del film. Nel 1927, ancora nel periodo del muto, aveva interpretato inoltre il ruolo di un giudice in La passion de Jeanne d'Arc (La passione di Giovanna d'Arco) di Carl Theodor Dreyer e, l'anno successivo, aveva partecipato a Tire-au-flanc di Renoir, film di secondo piano che tuttavia rivelò al regista il talento di S., il quale sarebbe divenuto uno dei suoi attori prediletti. Nel 1931 fu infatti il padre di famiglia protagonista del farsesco On purge bébé, una prima aspra critica contro i valori della borghesia. Tale critica, ripresa da una prospettiva non più comica, ma ferocemente 'nera', è anche al centro di La chienne (1931), in cui Simon, nel ruolo del marito cassiere di banca e pittore dilettante, che si rivela ladro, traditore e addirittura assassino della prostituta di cui è innamorato, interpreta perfettamente l'assunto di Renoir secondo cui l'azione delittuosa è naturale e inevitabile conseguenza della vita borghese. Fu tuttavia in Boudu sauvé des eaux ‒ tratto da una pièce teatrale di R. Fauchois in cui Simon aveva recitato nel 1925 ‒ che tratteggiò il suo personaggio più memorabile: il vagabondo ribelle, dallo sguardo stupefatto e dal largo sorriso, che, salvato da un libraio mentre tenta di buttarsi nella Senna e quindi accolto nella sua famiglia, ne stravolge le rispettabili abitudini, rifiutando infine la nuova vita con le sue convenzioni e ritornando alla libertà. Nell'interpretare questo film, di cui fu anche coproduttore, Simon scelse di attuare una radicale immedesimazione nel suo personaggio e, procuratosi i vestiti da un vero clochard, vagabondò irriconoscibile per le vie di Parigi tra la gente ignara, ripreso da Renoir con un teleobiettivo. Un altro personaggio eccentrico splendidamente interpretato dall'attore è quello del mozzo père Jules che insidia la giovane sposa, nel poetico e visionario L'Atalante (1934) diretto da Jean Vigo; un restauro del film, compiuto nel 1990, ha reinserito alcune sequenze precedentemente tagliate, tra cui la 'danza' della ballerina tatuata sul ventre di père Jules, il quale tenta di sedurre Juliette raccontandole le sue avventure in terre lontane.
Un'altra fruttuosa collaborazione fu quella con Marcel Carné, per il quale Simon recitò nella commedia degli errori, ricca di colpi di scena, Drôle de drame (1937; Lo strano dramma del dottor Molyneux), ricoprendo il duplice ruolo del botanico Molyneux ingiustamente accusato di uxoricidio e dello scrittore di gialli che indaga su di lui, in realtà la stessa persona. L'attore lavorò di nuovo con Carné in Quai des brumes (1938; Il porto delle nebbie), film chiave del 'realismo poetico' nel quale prestò le sue fattezze sgraziate al personaggio, ancora una volta malvagio e satiresco, dell'anziano commerciante Zabel, che tenta di sedurre la ragazza di cui è tutore (Michèle Morgan) e di uccidere l'uomo di cui è innamorata (Jean Gabin). Sempre nel 1938 Simon recitò, in un ruolo secondario, nel drammatico Les disparus de Saint-Agil (Gli scomparsi di S. Agil) di Christian-Jacque e in La fin du jour (I prigionieri del sogno), tragica meditazione sulla vecchiaia, ambientata in una casa di riposo per anziani attori, diretta da Julien Duvivier. Per lo stesso regista nel 1947 sostenne magistralmente la parte del bizzarro protagonista, ingiustamente accusato di un delitto, del noir Panique (Panico), tratto dal romanzo di Georges Simenon Les fiançailles de M. Hire. Un'altra interpretazione memorabile fu offerta da Simon in La beauté du diable (1950; La bellezza del diavolo) di René Clair, nel duplice ruolo del dottor Faust da vecchio e di Mefistofele che compra la sua anima in cambio dell'eterna giovinezza. Ancora protagonista, recitò poi per Sacha Guitry nella commedia nera La poison (1951; Ho ucciso mia moglie), nella parte ambigua di un uomo che, dopo aver ucciso l'odiosa moglie, viene assolto e portato in trionfo dai concittadini. Nel 1957 Simon fu colpito da una semiparalisi, da cui si riprese a fatica, continuando però a lavorare in teatro e al cinema: nel 1960 partecipò al maestoso Austerlitz (Napoleone ad Austerlitz) di Abel Gance; quindì offrì una splendida prova in Le vieil homme et l'enfant, commovente film sull'amicizia tra un bambino e un anziano; nel 1971 recitò in Blanche (Blanche, un amore proibito), raffinata ricerca formale, ambientata nel Medioevo, di Walerian Borowczyk. In Italia Simon prese parte nel 1970 al film a episodi La contestazione generale di Luigi Zampa e nel 1972 a La più bella serata della mia vita di Ettore Scola. Risale al 1975 la sua ultima apparizione sul grande schermo, in L'ibis rouge di Gustav Mocky.

Daniela Angelucci, Enciclopedia del cinema, Treccani, 2004.