Nosferatu, il tiranno. L'interpretazione di Kracauer

Nosferatu, il tiranno. L'interpretazione di Kracauer

Caligari era un film troppo intellettuale per diventare popolare in Germania. Tuttavia il suo tema fondamentale - lo spirito [soul] di fronte all'alternativa apparentemente ineludibile tra tirannia o caos - esercitò un fascino straordinario, tanto che fra il 1920 e il 1924 molti film tedeschi lo ripresero con insistenza, elaborandolo in vari modi.
Un gruppo di pellicole si specializzò nel rappresentare i tiranni. Sono opere in cui i tedeschi di allora - popolo ancora in una situazione di non equilibrio, libero ancora di scegliersi un regime - non nutrivano illusioni sulle possibili conseguenze della tirannia; si dilungavano al contrario a descrivere i delitti e le sofferenze che infliggeva. Forse la loro fantasia era sollecitata dal timore del bolscevismo o ricorrevano a queste spaventose visioni per esorcizzare brame che intuivano in se stessi e che ora minacciavano di dominarli? (È comunque una strana coincidenza che poco più di dieci anni dopo la Germania nazista mettesse in pratica proprio quella combinazione di tortura fisica e mentale che lo schermo tedesco allora dipinse.)
Fra i film di questo primo gruppo Nosferatu [di F. W. Murnau], distribuito nel 1922, ebbe particolare fama perché lancia la moda dei vampiri nello schermo. Il film era tratto dal romanzo Dracula di Bram Stoker, ma lo sceneggiatore Henrik Galeen riusci a immettervi sue idee originali. [...]
Per Nosferatu ancor più che per Caligari i critici insistettero nel tirare in ballo E.T.A. Hoffmann. Tuttavia questo riferimento ai precedenti romantici del film non ne spiega le intenzioni specifiche. Gli orrori descritti in Nosferatu sono provocati da un vampiro che si identifica con la pestilenza. È lui l'incarnazione della pestilenza, oppure l'immagine della pestilenza viene evocata per caratterizzarlo? Se egli fosse soltanto l'incarnazione della natura distruttrice, l'influenza di Nina sulle sue azioni non sarebbe nient'altro che magia, priva di senso in questo contesto. Come Attila, Nosferatu è un 'flagello di Dio', e soltanto in quanto tale identificabile con la pestilenza. È una figura di tiranno assetato di sangue e che succhia sangue, vagante in quelle sfere dove miti e fiabe s'incontrano. È molto sintomatico che in quel periodo la fantasia tedesca, da qualunque punto partisse, finisse sempre per gravitare verso personaggi del genere, quasi spinta irresistibilmente da odio-amore.
(Siegfried Kracauer)