Li chiamavano Bud Spencer & Terence Hill

Li chiamavano Bud Spencer & Terence Hill

Eroi comici, Trinità e Bambino non possono usare la violenza come gli eroi di Leone o Corbucci. Perciò Barboni escogita soluzioni narrative e registiche su misura personaggi estranei alla tradizione leoniana, salvaguardando la spettacolarità del film. […] Nel corso di Lo chiamavano Trinità... le sparatorie si fanno sempre più incruente (spesso, anzi, un personaggio rassicura lo spettatore che le vittime di uno scontro visto poco prima sono state soltanto ferite e non uccise); e sono sostituite man mano dagli sganassoni. La struttura narrativa di Lo chiamavano Trinità... è scandita metodicamente da gag basate su cazzotti e ceffoni […] Il film culmina con una zuffa colossale che dura ben sei minuti: al climax abituale della sparatoria, duello, triello o torneo, si sostituisce una serie di gag dove i cascatori di Cinecittà danno il loro meglio. Spencer e Hill affrontano i nemici quasi sempre parandone i colpi, e usando sistemi decisamente comici per averne la meglio. Il primo usa la forza bruta: ma la ripetizione toglie violenza e introduce una dimensione comica. Il secondo preferisce la schivata, il colpo d’astuzia, l’agilità, o l’uso di attrezzi non ortodossi come la padella […]. La zuffa comunque è la chiave tonale del film, e una delle ragioni del suo straordinario successo. Il fatto di ricondurre la violenza a forme comiche spiega il successo ecumenico del film, che si rivolge anche a un pubblico di famiglie. Lo chiamavano Trinità... è uno dei primi western ad avere un giudizio indulgente da parte del Centro Cattolico Cinematografico, e a potere quindi circolare nelle sale parrocchiali.
Alberto Pezzotta, Il western italiano, Il Castoro, Milano 2012

 

Con i due Trinità Clucher porta alle estreme conseguenze gli intenti parodistici e l'atmosfera picaresca del genere: ma laddove la serie comica dei Django e dei Sartana risultava povera dal punto di vista narrativo, sbrigativa nella realizzazione, spesso carente di attori dalla spiccata personalità, Clucher cambia “profondamente il western all'italiana sganciandolo da ogni riferimento al modello americano e avvicinandolo alla farsa” (Dizionario dei film 1998, a cura di Paolo Mereghetti) grazie a una scrittura solida, a una regia puntigliosa e a due azzeccatissimi protagonisti. Trinità e Bambino diventano ben presto le figure più amate del nostro cinema popolare: fortemente connotati dal punto di vista iconografico (biondo, snello e aitante l'uno, bruno, massiccio e dal pugno proibito l'altro), i due personaggi rafforzano la propria immagine sul grande schermo mediante un misurato scontro di caratteri – tanto Hill è irridente e sicuro di sé quanto Spencer è burbero e schivo –, che ispira numerose gag costruite su misura, con un linguaggio acceso ma non triviale, un umorismo semplice ma non rozzo, di ampia fruibilità.
Marco Bertolino, Ettore Ridola, Bud Spencer & Terence Hill, Gremese, Roma 2002


Grazie ai film di Barboni, il genere conosce un'ultima stagione di successi. Allenta i legami con la società e perde i riferimenti ideologici, si propone come spazio di evasione e di regressione, gratifica il pubblico con una comicità elementare, dove l'elemento 'basso' funziona sia come rassicurazione, sia come unico spazio possibile di libertà e trasgressione. […] La replicabilità del filone, tuttavia, è limitata dalla componente divistica. Hill e Spencer si identificano con il genere, […] ma la loro caratterizzazione è così marcata che l'industria fatica a trovare alternative. […] Hill e Spencer conoscono un successo globale pari e forse superiore a quello dei Ringo e dei Sartana, e rimangono uno dei capitoli meno esplorati e compresi del western italiano, specialmente dalla critica anglofona. Il loro divismo è anche uno dei motivi della fine del genere. Dopo i due Trinità, i film che i due attori girano in coppia non sono più western: a partire da ...Più forte ragazzi! (1973) di Colizzi, la formula dei film di Barboni passa a film di ambientazione contemporanea. È la dimostrazione di come il divismo sia più forte del genere e gli sopravviva; ma anche come sia importante l'imprinting originario, dato che gli elementi caratterizzanti di Spencer e Hill rimangono pressoché inalterati: la bonomia sdrammatizzante, l'addomesticamento della violenza, la comicità bassa ma dalla trasgressività controllata.
Alberto Pezzotta, Il western italiano, Il Castoro, 2012