Dal libro al film

Dal libro al film

Sin dal 1958 Kubrick aveva mostrato di interessarsi al tema della guerra nucleare e con il passare del tempo aveva raggiunto quello stato ossessivo che lo avrebbe lentamente sommerso e che sarebbe culminato nel progetto di un film. L'idea di un incombente olocausto nucleare si insinuò sempre più spesso nella sua già nera e pessimistica visione del mondo; Kubrick aveva letto molto sull'argomento. Diventato maggiorenne nel dopoguerra e durante l'avvento della Guerra fredda, Stanley Kubrick era stato costantemente in contatto con la minaccia nucleare. Vivendo nella città di New York si sentiva in costante pericolo, certo di trovarsi nel cuore del principale bersaglio. Quando ancora viveva sulla Decima strada Est aveva detto a David Vaughan che stava considerando l'idea di trasferirsi in Australia, un paese che non sarebbe stato tra i primi obiettivi.
Mentre si trovava a Londra, Kubrick domandò ad Alastair Buchan, il direttore dell'Institute for Strategic Studies, un ente di ricerca non governativo, un consiglio su dei testi seri che gli consentissero di studiare le armi nucleari. [...] Nella lista di libri che suggerì a Kubrick di leggere era compreso anche il romanzo Red Alert di Peter George, che era stato un ufficiale di rotta della Royal Air Force e un agente della British Intelligence. Kubrick lesse il libro e vi scorse il potenziale per realizzare un film su un conflitto atomico mondiale.

(Vincent LoBrutto, Stanley Kubrick. L'uomo dietro la leggenda, Il Castoro 1999)

 

 

L'autore, ex tenente dell'aviazione della RAF e membro attivo della Campagna per il Disarmo Nucleare, aveva tratto ispirazione dalla propria profonda conoscenza dei retroscena del nucleare per descrivere uno scenario incredibilmente verosimile. [...] Kubrick condivideva con George l'orrore per la guerra nucleare, ma qualcosa nell'idea dell'olocausto atomico lo affascinava, qualcosa che divertiva il suo io appassionato di guerra. Era allo stesso tempo troppo innamorato della tecnologia avanzata e troppo politicamente neutrale per essere interessato a una semplice polemica. Sebbene Orizzonti di gloria fosse stato adottato da molti come un film pacifista, l'interesse che il libro di Cobb aveva suscitato in Kubrick era basato più sull'illustrazione delle dinamiche attraverso cui vengono prese le decisioni politiche che su un attacco alla mentalità militare.

(John Baxter, Stanley Kubrick. La biografia, Lindau 2006)