Kubrick sul film

Kubrick sul film

Per Barry Lyndon ho creato un vastissimo archivio iconografico di disegni e di dipinti presi da libri d’arte. Queste figure servirono come punto di riferimento per tutto quello che avevamo bisogno di creare: vestiti, suppellettili, arnesi, strutture architettoniche, veicoli, eccetera. Una buona ricerca è assolutamente indispensabile e mi diverte farla. Si ha un motivo importante per studiare un certo argomento con una profondità maggiore di come l’avreste studiato altrimenti, e si ha inoltre la soddisfazione di utilizzare quelle conoscenze acquisite per un buon fine immediato. Mi ci volle un anno per preparare Barry Lyndon prima di passare alla lavorazione, e credo che sia un tempo assai ben speso. Il punto di partenza e la conditio sine qua non di qualsiasi vicenda storica o fantascientifica consistono nel farvi credere in quello che vedete. [...]

Barry Lyndon offriva l'opportunità di fare una delle cose che il cinema può realizzare meglio di qualunque altra forma d'arte, presentare cioè una vicenda a sfondo storico. La descrizione non è una delle cose nelle quali i romanzi riescono meglio, però è qualcosa in cui i film riescono senza sforzo, almeno rispetto allo sforzo che viene richiesto al pubblico. [...] Penso che il cinema muto avesse molte più qualità del cinema sonoro. Barry e Lady Lyndon siedono entrambi al tavolo da gioco e si scambiano lunghe occhiate. Non dicono una parola. Lady Lyndon esce sulla terrazza per prendere un po' d'aria. Barry la segue. Si fissano negli occhi e si baciano. E ancora non hanno detto una sola parola. È tutto molto romantico, però nello stesso tempo credo che suggerisca quell'attrazione vuota che sentono l'uno per l'altra e che scomparirà con la stessa rapidità. Prepara cioè il terreno a tutto quello che seguirà nel loro rapporto. Credo che gli attori, le immagini e la musica di Schubert funzionassero bene insieme".

(Michel Ciment, Intervista a Stanley Kubrick, in Kubrick, Rizzoli, Milano, 1999)