Un confine incerto

Un confine incerto

(Italia-Germania/2019) di Isabella Sandri

Soggetto: Isabella Sandri. Sceneggiatura: Isabella Sandri e Giuseppe M. Gaudino. Fotografia: Duccio Cimatti, Isabella Sandri. Montaggio: Rosella Mocci. Musica: Epsilon Indi. Interpreti: Cosmina Stratan (Milia Demetz), Moisè Curia (Richi ‘Pamper’), Anna Malfatti (Magdalena Senoner), Valeria Golino (Paola Cristiani), Martina Schölzhorn (Franziska Senoner), Salvatore Cantalupo (Leo Cavalli), Heio Von Stetten (Valentin Obletter). Produzione: Giuseppe M. Gaudino e Arek Gielnik per Gaundri, Rai Cinema, Indi Film. Durata: 114’

  

In un camper parcheggiato nella Foresta Nera vive una strana coppia: un ragazzo, Richi, e una bambina chiamata “Sputo”. A Roma, l’agente della Polizia Postale Milia Demez indaga su una rete di pedofili. Per farlo, ogni giorno cataloga foto e video dal web: si sente sempre in ritardo, impotente e “fuori sincrono” di fronte ai crimini a cui assiste senza poter intervenire. Analizzando l’ennesimo filmato, scopre l’identità di una bambina: è Magdalena Senoner, scomparsa qualche tempo prima in Sud Tirolo. Le immagini, però, viaggiano senza confini, difficile capire da dove arrivino. Anche il mondo dei protagonisti fluttua tra Paesi e lingue diverse. Milia sarà in grado di decifrare la scomparsa assurda di quella bambina grazie a una lingua poco parlata, ma che lei conosce bene, il Ladino.

“In questi ultimi quindici anni – dice la regista – ho raccontato con i miei lavori storie di bambini e di adolescenti: dai profughi palestinesi in Libano agli orfani delle bombe intelligenti in Afghanistan, dai figli dei lavoratori delle maquilas messicane, alle bambine sopravvissute alle stragi in Ruanda, o ai piccoli indios sterminati dall’arrivo dei bianchi nella Terra del Fuoco e in Patagonia. E mi sono chiesta: qual è una delle crudeltà più gravi che continua a esistere in questa nostra epoca, uno dei mali peggiori? Forse portare via il futuro all’essere umano, la forza di credere in sé. Uccidere la sua forza ma anche – forse peggio – la sua parte tenera. Uccidere la tenerezza che l’essere umano ha dentro: il bambino”.

“Si parla tanto del cinema al femminile, dello scandalo delle donne che faticosamente riescono ad approdare alla regia, poi, però, tutto resta come prima. Solo i festival, e l’ultima Venezia ne è stato un bellissimo esempio, hanno dato vita a selezioni più attente alla questione di genere. La Cineteca di Bologna ha deciso di sostenere l’uscita di Un confine incerto di Isabella Sandri, una delle voci più personali del cinema italiano contemporaneo. Prodotto da Beppe Gaudino, interpretato da Cosmina Stratan, Moisè Curia, Valeria Golino, Salvatore Cantalupo e, per la prima volta sullo schermo, la bravissima Anna Malfatti, è un film riuscito e convincente. Un film di una volta, un bel cast, attori bravi e ben diretti, una storia potente, molto ben raccontata, che diventa lingua cinematografica; dico che è un film di una volta perché la storia è coraggiosa, perché la protagonista è una migrante, perché lo spettatore è chiamato a confrontarsi con il film, non a vedere ciò che già conosce, che la pubblicità gli ha già venduto. Esiste ancora questo tipo di spettatore? Noi crediamo di sì.” (Gian Luca Farinelli)

  

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