I protagonisti: Roberto Rossellini, Anna Magnani, Aldo Fabrizi

I protagonisti: Roberto Rossellini, Anna Magnani, Aldo Fabrizi

Roberto Rossellini

Nato a Roma l’8 maggio 1906 da famiglia agiata, inizia la sua attività cinematografica come rumorista per il doppiaggio di film stranieri, aiuto montatore, collaboratore alla sceneggiatura di numerosi copioni, assistente alla regia di Luciano Serra pilota (1937) di Goffredo Alessandrini, esordisce nella regia con alcuni cortometraggi, Daphne (1936), Prélude à l'après-midi d’un faune (1937), La vispa Teresa (1939), Il tacchino prepotente (1939), Fantasia sottomarina (1940), Il ruscello di Ripasottile (1941).

Il suo debutto nel lungometraggio avviene con La nave bianca (1941), cui seguiranno altri due film di propaganda fascista, Un pilota ritorna (1942) e L’uomo dalla croce (1943). Roma città aperta (1945) segna la sua affermazione a livello internazionale e lo consacra come uno dei capofila del Neorealismo cinematografico italiano.

Fra gli altri suoi film, ricordiamo Paisà (1946), Germania anno zero (1948), L’amore (1948), Stromboli terra di Dio (1950), Francesco, giullare di Dio (1950), Europa ’51 (1952), Viaggio in Italia (1953), India – Matri Bhumi (1959), Il generale Della Rovere (1959), La presa del potere da parte di Luigi XIV (realizzato per la televisione francese nel 1966) e Il messia (1975).

È morto a Roma il 3 giugno del 1977.






Anna Magnani

Nata a Roma il 7 marzo 1908, frequenta a diciannove anni la scuola d’arte drammatica Eleonora Duse, diretta da Silvio d’Amico, quindi entra nella compagnia teatrale Vergani-Cimara, diretta da Dario Niccodemi. Nel 1934 passa alla rivista, recitando accanto ai fratelli De Rege, ma interpreta anche spettacoli da pièce di Robert Emmet Sherwood, Eugene O’Neill.

Un notevole successo lo riscuotono le riviste interpretate accanto a Totò, Quando meno te l’aspetti (1940), Volumineide (1942), Che ti sei messo in testa? (1944) e Con un palmo di naso (1944).

All’inizio degli anni Quaranta, la sua carriera cinematografica (debutta nel 1928 con un piccolo ruolo in Scampolo di Augusto Genina) vanta già diciannove titoli – fra cui Teresa Venerdì (1941) di Vittorio De Sica, Campo de’ fiori (1942) di Mario Bonnard e L’ultima carrozzella (1943) di Mario Mattòli, questi ultimi due accanto ad Aldo Fabrizi.

Ma è il ruolo di Pina in Roma città aperta a consacrarla come una delle più importanti attrici italiane (per la sua interpretazione, ottenne il primo Nastro d’Argento del Dopoguerra), con un temperamento che domina tutti i registri, da quello drammatico al tragico all’umoristico.

In seguito ritrovò Rossellini in L’amore (1948) e recitò anche sotto la regia di Alberto Lattuada (Il bandito, 1946), Luigi Zampa (L’onorevole Angelina, 1947), Mario Camerini (Molti sogni per le strade, 1948 e Suor Letizia, 1957), Luchino Visconti (Bellissima, 1951, e l’episodio di Siamo donne, 1953), Jean Renoir (La carrozza d’oro, 1952), George Cukor (Selvaggio è il vento, 1957), Sidney Lumet (Pelle di serpente, 1959), Mario Monicelli (Risate di gioia, 1960), Pier Paolo Pasolini (Mamma Roma,1962) e Federico Fellini (Roma, 1972).

Nel 1956 vince il Premio Oscar come miglior attrice protagonista per La rosa tatuata (The Rose Tatoo, 1955) di Daniel Mann.

È morta a Roma il 26 settembre 1973.






Aldo Fabrizi

Nato a Roma il 1° novembre 1905 da famiglia umile, esordì con la Filodrammatica Tata Giovanni, poi diventò macchiettista impersonando caratteri romani che lo resero popolarissimo, come una serie di maschere originali (il tramviere, il vetturino, il pescivendolo, il portiere), tanto che costituì una propria compagnia nel 1937. Esordì al cinema con Avanti c’è posto... (1942) di Mario Bonnard.

Quando gli fu proposto il ruolo di protagonista di Roma città aperta – la sua prima parte drammatica – era uno degli attori più affermati del cinema italiano.

Fra le altre sue interpretazioni, bisogna ricordare Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani, Vivere in pace (1947), Signori, in carrozza! (1951) di Luigi Zampa, Il delitto di Giovanni Episcopo (1947) di Alberto Lattuada, Prima comunione (1950) e Altri tempi (1952) di Alessandro Blasetti, Francesco, giullare di Dio (1950) di Roberto Rossellini, Parigi è sempre Parigi (1951) di Luciano Emmer, Vita da cani (1950) e Guardie e ladri (1951) di Steno e Monicelli, La voce del silenzio (1953) e Cose da pazzi (1954) di Georg Wilhelm Pabst, Donatella (1956) di Mario Monicelli (1956), Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo (1956) di Mauro Bolognini (1956), I tartassati (1959) di Steno e C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola. Tra il 1948 e il 1957 ha diretto una decina di film, fra cui Emigrantes (1948), La famiglia Passaguai (1951), Hanno rubato un tram (1954) e Marsina stretta (episodio di Questa è la vita, 1954).

È morto a Roma il 2 aprile 1990.