I riferimenti iconografici

I riferimenti iconografici

In Friedrich Wilhelm Murnau, il più grande regista che i tedeschi abbiano mai avuto, la visione cinematografica non è mai il risultato del solo sforzo di stilizzazione decorativa. Egli ha creato le immagini più conturbanti, più sconvolgenti del cinema tedesco.
Murnau ha avuto una formazione da storico dell'arte; mentre Lang, richiamandosi talvolta a quadri celebri, tenta di riprodurli fedelmente, Murnau ne conserva solo il ricordo, e, per via di un'elaborazione interiore, trasforma le immagini in visioni personali. Se per esempio nel suo Faust ci mostra di scorcio un appestato disteso per terra, questo è il riflesso trasposto del Cristo di Mantegna. E se Margherita, rannicchiata nella neve in mezzo alle rovine di una capanna, la testa avvolta nel mantello, tiene il bambino tra le braccia, non è che la vaga reminiscenza di una madonna fiamminga.
(Lotte H. Eisner)




Il clima romantico di Nosferatu che rende visibile le forze invisibili e oscure della natura grazie a immagini derivate da Friedrich è, in realtà, un'illustrazione fedele allo spirito del Dracula di Bram Stoker. Perché Murnau scelse di girare a Lubecca molte scene del film? Forse influì su Murnau la visione inquietante che Edvard Munch trasse dalle facciate di un vecchio negozio di questa città. Quello che è certo è che progettò il film in una dimensione pittorica. [...].
Potrà sembrare un po' esagerato che Murnau abbia fatto ricorso a dei dipinti del suo amico Franz Marc come Weidende Pferde, del 1910, per girare una semplice inquadratura di cavalli in controluce spaventati dalle iene. Ma credo che Murnau abbia desunto un'altra immagine da Marc: le figure dei lupi che ululano nell'oscurità della notte come in Die Wölfe (Balkan Krieg), del 1913. In seguito Murnau sostituì i lupi con delle iene, ma utilizzò le immagini dei cavalli dipinti dal suo amico come risulta chiaramente paragonando l'insolita inquadratura del film con Landschaft mit Pferden, del 1909.
Credo che abbia cambiato i lupi in iene per influenza di disegni di Alfred Kubin come la Hyäne, del 1920, che ci mostra la iena come una sorta di vampiro che divora i cadaveri umani nei cimiteri. Un'immagine più impressionante di quella di un lupo [...]. Ma l'influenza plastica più significativa che determinò il carattere del film di Murnau fu l'opera di Kaspar David Friedrich (1774-1840). Fu senza dubbio un'idea di Murnau quella di basarsi sull'opera di Friedrich per poter visualizzare la concezione di Grau e Galeen sulle forze occulte della Natura [...]. Grazie all'opera di questi pittori romantici, Murnau raggiunse un risultato insolito nel cinema. Rendere visibile l'invisibile. Imporre all'inconscio dello spettatore la presenza delle forze oscure della Natura.
(Luciano Berriatúa)





Gli inizi, sappiamo, sono fatali. La prima inquadratura di Nosferatu, eine Symphonie des Grauens - la piazza di una cittadina nordica dominata dal campanile di una chiesa - rinvia a un dipinto di Kirchner, Der rote Turm in Halle (1915). Oltre l'immediato sigillo iconografico, che sancisce il legame con un retroterra figurativo colto e individua nella ricerca espressionista uno dei riferimenti principali del programma del film, il piano introduce un forte effetto destabilizzante: per via della prospettiva dall'alto, che porta la torre, a incombere minacciosamente sulle piazza; per via dell'insolito risalto, al centro dell'immagine, di un elemento architettonico (la sagoma mozza del campanile), il cui valore oltrepassa quello di semplice complemento di una cornice urbana. La particolare composizione dell'inquadratura sposta infatti la piazza da convenzionale strumento di contestualizzazione, localizzazione di un racconto e finisce per attribuirle un valore che si situa soprattutto nel registro simbolico. Non ritroveremo mai più nel corso del film quella piazza e quel campanile, dunque il piano acquista una valenza prevalentemente extra-diegetica.
(Leonardo Quaresima)