Gli eredi di Metropolis

Gli eredi di Metropolis

Metropolis periodicamente risorge e ha proseguito il suo cammino attraverso gli anni, testimonianza di una ricchezza e di una complessità che sfuggiva­no a H.G. Wells. Dopo le inevitabili parodie coeve (Would You Believe It?, Walter Ford, 1929) e il completo fiasco commerciale d'un altro film che nasceva come critica a Metropolis (La vita futura, William Cameron Menzies, 1936, scritto dallo stesso Wells), passano molti anni prima che il film entri nella cultura cinéphile (la mano artificiale del Dottor Strana­more nel film di Kubrick cita quella di Rotwang) e popolare, attraverso le citazioni nella fantascienza degli anni Ottanta (Guerre stellari, Blade Runner, Batman), per conciliarsi infine con il rock (Pink Floyd The Wall di Alan Parker nel 1982; il rimontaggio-riduzione-sonorizzazione di Me­tropolis realizzato nel 1984 da Giorgio Moroder; un musical messo in scena a Londra nel 1989 e nello stesso anno il videoclip Express Yourself girato da David Fincher per Madonna, che fa sua la morale del film) e con l'anime (il film giapponese di Rintaro del 2001, che con Metropolis condivide solo il titolo e la scenografia).

Altri hanno trovato un senso differente, al di là del semplice fenomeno culturale, nella vicenda e nelle immagini del film. Alcune opere importanti per noi proseguono il percorso di Metropolis e lo mantengono vivo. Per citarne due, La fonte meravigliosa di King Vidor (1948), rappresentazione dell'architettura come resistenza al potere del danaro e al conformismo, e Paris nous appartient di Jacques Rivette (1960), che cita la sequenza della torre di Babele, esprimendo l'angoscia in cui vivono i personaggi dopo la catastrofe. In questo film, scrive Claude Ollier, "esprit de finesse ed esprit de géométrie si coniugano, marchi distintivi di colui la cui opera domina il cinema da più di quarant'anni: Fritz Lang".




(Bernard Eisenschitz, dal booklet del cofanetto Dvd)