Gli attori

Gli attori

Arletty

"Il riso è un'arte così difficile, così esigente, che necessita di un'autentica forza, di una vera determinazione. In Arletty c'era questa forza, ma unita ad una grazia, ad un senso della seduzione femminile incomparabili. Era molto colta: ha sempre letto moltissimo e, quando perse l'uso della vista, alcuni amici andavano da lei a leggerle dei libri. Proveniva da un ambiente molto modesto. Sua madre era lavandaia [...], suo padre, un conduttore di autobus. È nata a Courbevoie, il 15 maggio 1898 (un vero Toro!) e ha trascorso gran parte della sua giovinezza nelle strade. Dichiarava con molto humour e poesia che il suo primo specchio era stata la Senna. [...] alla fine della guerra la sua bellezza e il suo fascino la fecero notare da Ripp, celebre autore di riviste. Divenne modella, cominciando con dei piccoli impieghi, prima di essere scelta da madame Schiapparelli poi da madame Jeanne Lanvin. [...] Il suo accento dei sobborghi e la sua singolarità le permisero presto di recitare al cinema e di condurre una carriera unica. Arletty fu una delle rare artiste a diventare una leggenda da viva. [...]
Arletty aveva un giudizio su ogni cosa, e sempre senza appello. Detestava le uniformi, tranne quelle dei pompieri, apprezzava solo i "re fannulloni", non amava Giovanna d'Arco e neanche Napoleone o de Gaulle. Era anarchica come il suo amico Prévert. Tutti e due appartenevano a quella classe di individui liberi ed estranei ad ogni sistema".
(Jean-Claude Brialy, J'ai oublié de vous dire..., Editions XO, Paris 2004)




L'attrice si chiamava in realtà Léonie Bathiat. Il nome Arletty deriva da Arlette, titolo di una novella di Guy de Maupassant. Ventenne, lavorò come modella non solo per celebri stiliste ma anche per pittori quali Kisling, Matisse e Van Dongen. Nel 1930 debuttò nel cinema con Douceur de vivre di René Hervil, divenne già protagonista in Enlevez-moi (1932) di Léonce Perret e si affermò con Pensione Mimosa (Pension Mimosas, 1934) di Jacques Feyder, Désiré (1936) di Sacha Guitry, Les Perles de la couronne (Le perle della corona, 1937) di Sacha Guitry e Christian-Jaque, diventando una delle attrici più popolari degli anni Trenta e Quaranta. Fu una delle interpreti predilette di Marcel Carné, che la scelse per Hotel du Nord (Albergo Nord, 1939), Le Jour se léve (Alba tragica, 1939), Les Visiteurs du soir (L'amore e il diavolo, 1942), Les Enfants du paradis (Amanti perduti, 1944) e L'Air de Paris (L'aria di Parigi, 1954).

Fra le altre sue interpretazioni del periodo più fortunato della carriera ricordiamo Fric-Frac (1939) di Claude Autant-Lara e Maurice Lehmann e Madame Sans-Gêne (1940) di Roger Richebé,

A proposito di Les Enfants du Paradis, in un libro di memorie (La Défense, La table ronde, Paris 1971), Arletty scrisse: "Il più bel regalo fatto a un'attrice. Si può capire come io nutra dell'amore per Jacques Prévert. Quale attrice ha avuto un ruolo simile, Garance? Quando il calesse di Garance scompare sul boulevard du Crime, non ci meraviglierebbe di ritrovarla presto in un pozzo. [...] Marcel Carné era il Karajan della Settima Arte. Dirige a memoria la partitura che gli è stata affidata, da grande direttore. In più, nei suoi film, crea un'atmosfera magnetica".
Per il personaggio di Garance, Prévert si era ispirato alla sua personalità reale, ironica e spregiudicata.

Durante l'Occupazione rifiutò di girare film per la Continental ma dopo la liberazione di Parigi, nel maggio del 1944, fu imprigionata con l'accusa di collaborazionismo con i nazisti (a causa di una sua relazione con un ufficiale tedesco). Numerose testimonianze indussero le autorità francesi a scarcerarla dopo pochi mesi di detenzione. Non poté assistere alla 'prima' del film.
Nella maturità, l'attrice interpretò, fra l'altro, Le Grand jeu (Il grande gioco, 1953) di Robert Siodmak, Le Père de Mademoiselle (1953) di Marcel L'Herbier e Robert-Paul Dagan, Un Drôle de Dimanche (Una strana domenica, 1958) di Marc Allègret, The Longest Day (Il giorno più lungo, 1962) di Ken Hannakin e Andrew Marton, Voyage à Biarritz (Viaggio a Biarritz, 1962) di Gilles Grangier.
È morta a Parigi il 23 luglio 1992.

 

Jean-Louis Barrault

Nacque a Parigi l'8 settembre 1910. Studiò dapprima al collegio Chaptal e quindi alla scuola di Belle Arti, dove frequentò i corsi di disegno. Fu allievo di Charles Dullin, recitò nella sua compagnia dal 1933 al 1935 e scoprì l'arte del mimo grazie a Étienne Decroux.

A imporlo come uno degli attori di teatro più importanti della sua generazione furono Autour d'une mère, ispirato da un racconto di Faulkner e messo in scena nel 1935, Numance, da un'opera di Cervantes e La Faim di Knut Hamsun. Nel 1940 iniziò a recitare e dirigere la Comédie-Française con Phèdre. Fu Barrault ad ispirare il progetto di Les Enfants du Paradis a Carné e Prévert, coi quali aveva già recitato in Jenny (Jenny, regina della notte, 1936) e Drôle de drame (Lo strano caso del dottor Molineaux, 1938). Negli anni '30 e '40 interpretò altri film significativi come Mademoiselle Docteur (1936) di Georg Wilhelm Pabst, Les Perles de la couronne (Le perle della corona, 1937) di Sacha Guitry, Orage (Delirio, 1938) di Marc Allégret, La Symphonie fantastique (Delirio d'amore, 1942) di Christian-Jaque e L'Ange de la nuit (L'angelo della notte, 1944) di André Berthomieu.

Nello stesso periodo in cui girava Les Enfants interpretava a teatro Le Soulier de satin di Claudel. Nel 1946 creò al Théâtre Marigny di Parigi la pantomima Baptiste, con le musiche di Joseph Kosma. Era così legato al personaggio di Deburau che volle riprendere lo spettacolo nel 1960 a l'Odéon, dove rinnovò il successo.
Con Madeleine Renaud, sua moglie, costituì, sempre nel 1946, una compagnia, la Renaud-Barrault che ottenne molti successi in Francia e anche all'estero, compresa l'Italia. Dal 1959 André Malraux gli affidò il Teatro dell'Odéon di Parigi, di cui sarà direttore fino al 1968.

Sulle scene affrontò un repertorio molto vasto, da Eschilo a Shakespeare, da Albert Camus a Jean Anouilh, Eugène Ionesco e Samuel Beckett. Più rare ma significative le sue prove cinematografiche, in particolare La Ronde (Il piacere e l'amore, 1950) di Max Ophuls, Si Versailles m'était conté (Versailles, 1954) di Sacha Guitry, Le Testament du docteur Cordelier (Il testamento del mostro, 1959) di Jean Renoir, Le Dialogue des Carmélites (I dialoghi delle Carmelitane, 1959) di Philippe Agostini, Le Miracle des loups (La congiura dei potenti, 1961) di André Hunebelle (1961), La Grande frousse (1964) di Jean-Pierre Mocky, Chappaqua (1966) di Conrad Rooks, Il mondo nuovo (1982) di Ettore Scola e La luce del lago (1988) di Francesca Comencini.
È morto a Parigi il 22 gennaio 1994.

 

Pierre Brasseur

Nome d'arte di Pierre-Albert Espinasse, è nato a Parigi il 22 dicembre 1905 ed è stato uno dei più famosi attori di teatro e cinema dagli anni '30 all'inizio degli anni '70. Adottò come cognome d'arte quello della madre e frequentò i corsi di arte drammatica al Conservatoire Maubel, sotto la direzione di Harry Baur e Fernand Ledoux, proseguendo la tradizione artistica della famiglia Brasseur, una dinastia di attori. Sulle scene debuttò al théâtre de l'Œuvre nel 1924 e lo stesso anno iniziò anche la sua carriera cinematografica con La Fille de l'eau (1924) di Jean Renoir.




A teatro fu autore, regista e interprete fin dal 1926 con pièces quali L'Ancre noire, per la regia di Lugné-Poe, Hommes du monde (1928) e Tu pourrais ne pas m'aimer (1928) sempre diretti da Lugné-Poe. Negli anni '30 diresse e interpretò Grisou (1935) che aveva scritto con Marcel Dalio, quindi un'altra sua pièce, Un Ange passe. Come attore, interpretò Roméo et Juliette (1925) di Jean Cocteau, On ne badine pas avec l'amour (1936) di Alfred de Musset, Domino (1940-41) de Marcel Achard, Voulez-vous jouer avec moâ? (1943) di Marcel Achard, con Arletty, L'État de siège (1948) di Albert Camus, Partage de midi (1948) di Paul Claudel, diretto da Jean-Louis Barrault, Le Diable et le Bon Dieu (1951-52) di Jean-Paul Sartre, diretto da Louis Jouvet, Kean (1953) di Jean-Paul Sartre da Alexandre Dumas, regia dello stesso Brasseur, Ornifle ou le Courant d'air (1956) di Jean Anouilh, La Mégère apprivoisée (1957) di William Shakespeare, regia di Georges Vitaly, e ancora Don Juan aux enfers (1965) di George Bernard Shaw, regia di Raymond Gérôme, Le Retour (1966) di Harold Pinter, regia di Claude Régy e molti altri.

La sua filmografia è vastissima ed eclettica. Infatti Brasseur si cimentò con ogni genere e ruolo, da vero, grande istrione. I suoi film più importanti sono Madame Sans-Gêne (1925) di Léonce Perret, Feu! (1928) di Jacques de Baroncelli, La Chanson d'une nuit (1932) di Anatole Litvak, Quick (1932) di Robert Siodmak, Le Sexe faible (1933) di Robert Siodmak, Les Pattes de mouche (1936) di Jean Grémillon, Mademoiselle ma mère (La signorina mia madre, 1937) di Henri Decoin, Le Schpountz (1937) di Marcel Pagnol, Giuseppe Verdi, ou Le roman d'un génie (Divine armonie, 1938) di Carmine Gallone, Le Quai des brumes (Il porto delle nebbie, 1938) di Marcel Carné, Les Deux Timides (1941) di Yves Allégret, Lumière d'été (1943) di Jean Grémillon, Les Enfants du paradis (1944) de Marcel Carné, Jéricho (1945) di Henri Calef, Les Portes de la nuit (Quando Parigi dorme, 1946) de Marcel Carné, Rocambole (Id., 1948) di Jacques de Baroncelli, La Revanche de Baccara (La rivincita di Baccarat, 1946) di Jacques de Baroncelli, Les Amants de Vérone (Gli amanti di Verona, 1948) di André Cayatte, Maître après Dieu (1950) di Louis Daquin, Souvenirs perdus (Ricordi perduti, 1950) di Christian-Jaque, Barbe-Bleue (Barbablù, 1951) di Christian Jaque, Le Plaisir (Il piacere, 1952) di Max Ophüls, Raspoutine (Rasputin, 1953) di Georges Combret, Vestire gli ignudi (1953) di Marcello Pagliero, Napoléon (Napoleone Bonaparte, 1954) di Sacha Guitry, La Tour de Nesle (La torre di Nesle, 1954) di Abel Gance, Porte des Lilas (Il quartiere dei lillà, 1957) di René Clair, La Vie à deux (La vita a due, 1958) di Clément Duhour e Sacha Guitry, La Loi (La legge, 1959) di Jules Dassin, La Tête contre les murs (La fossa dei disperati, 1959) di Georges Franju, Les Yeux sans visage (Occhi senza volto, 1960) di Georges Franju, Le Dialogue des Carmélites (I dialoghi delle Carmelitane, 1960) di Philippe Agostini, Pleins feux sur l'assassin (Piena luce sull'assassino, 1961) di Georges Franju, Vive Henri IV... vive l'amour! (I celebri amori di Enrico IV, 1961) di Claude Autant-Lara, Il bell'Antonio (1961) de Mauro Bolognini, Les Bonnes Causes (Il delitto Dupré, 1962) di Christian-Jaque, Liolà (1964) di Alessandro Blasetti, Humour noir (Umorismo nero, 1964) di Claude Autant-Lara, Lucky Jo (Jo Mitra, 1964) di Michel Deville, Le Magot de Josefa (La pila della Peppa, 1964) di Claude Autant-Lara, Le Grain de sable (Il triangolo circolare, 1964) di Pierre Kast, La Métamorphose des cloportes (Sotto il tallone, 1965) di Pierre Granier-Deferre, La Vie de château (L'armata sul sofà, 1965) di Jean-Paul Rappeneau, Un mondo nuovo (1966) di Vittorio de Sica, Goto, l'île d'amour (Goto, l'isola dell'amore, 1968) di Walerian Borowczyk e La più bella serata della mia vita (1972) di Ettore Scola. Alla fine delle riprese del film di Scola, Brasseur morì improvvisamente a Brunico (Trentino-Alto Adige) per una crisi cardiaca, il 16 agosto 1972

 


Nel cast artistico di Les Enfants du Paradis hanno un ruolo importante altri attori di rilievo del cinema francese dell'epoca come Pierre Renoir (1885-1952), figlio di Auguste e fratello di Jean, che sostituì Robert Le Vigan nel ruolo di Jéricho (il mercante di abiti). Di Renoir bisogna ricordare almeno la sua sottile interpretazione di Maigret in La Nuit du carrefour (La notte dell'incrocio, 1932) di suo fratello Jean. Marcel Herrand (1897-1953), già interprete di Les Visiteurs du soir di Carné, impersona l'ambiguo e pericoloso Lacenaire e Maria Casarès (1922-1996) è Nathalie (un anno dopo il ruolo nel film di Carné sarà consacrata da Le Dames du bois de Boulogne di Robert Bresson).