And the Winner Is: accoglienza e consacrazione

And the Winner Is: accoglienza e consacrazione

Quando venne distribuito, il primo giugno del 1958, Vertigo non ottenne il successo atteso. A causa della convalescenza della moglie Alma, che si protraeva dopo un delicato ricovero ospedaliero, Hitchcock non viveva il momento migliore per dedicarsi alla promozione del film, anche se l'entusiasmo dei produttori, l'operato dei pubblicitari della Paramount, e i love affairs della Novak con Sammy Davis jr. prima, e con Trujillo (figlio del presidente della repubblica dominicana) poi, avevano già generato un favorevole clima d'attesa.
Il pubblico non accolse il film con molto entusiasmo, e la Paramount diede la colpa ad alcune scelte cruciali del regista: specialmente il flashback di Judy, che, dopo circa un'ora e mezzo di proiezione, rivela al pubblico l'omicidio della vera Madeleine, trasformando il film da un mystery a una suspense story. [...] Già all'anteprima di fine maggio le critiche dei giornali di Los Angeles e New York non avevano confermato l'entusiasmo dei produttori: avvertivano un film lento e dalla trama troppo complessa, con l'ambientazione interpretata come un gratuito omaggio alla città, che rischiava solo di confondere il pubblico. [...]
Vertigo
era costato in tutto circa 2,5 milioni di dollari, e si classificò nelle prime venti posizioni al box-office statunitense del 1958: in America vennero venduti biglietti per circa 3,2 milioni di dollari, non molti, se confrontati con i 5 milioni di La finestra sul cortile, e gli 8 di Psyco. In Europa Vertigo apparve in occasione delle vacanze di Natale, e tranne pochissime recensioni entusiaste, tra cui quella di Morando Morandini, il film rivisse la moderata accoglienza americana. [...]
In Italia, con il prolisso titolo di La donna che visse due volte, il film giunse nelle sale nella seconda metà del dicembre 1958. [...] La fine degli anni cinquanta è ancora un periodo oscuro per la critica hitchcockiana, che continuava a separare volentieri l'arte dal mercato, sia da parte dei giornalisti dei quotidiani, sia da quelli delle riviste. Sui quotidiani italiani, tranne la critica entusiasta di Morando Morandini e quella elogiativa di Marcello Reitman e Giulio Cattivelli, gli altri, pur apprezzando la qualità del film, sono disorientati da Vertigo, di cui sottolineano una miscela d'inverosimiglianza e stranezze, come se la finzione fosse stata sinonimo di consumo e d'astuzia. Non si discostano troppo da queste idee le osservazioni sulle riviste, nessuna delle quali presenta analisi approfondite. Nemmeno all'estero, tranne rari interventi come la critica di Maurice Schérer, alias Eric Rohmer, la situazione cambia molto.

(Paolo Marocco, Vertigo. La donna che visse due volte, Le Mani, 2003)




Nel 1958, il pubblico americano accoglie male Vertigo ma in Francia Sueurs froides piace molto. Nel 1984, i due film escono di nuovo: Sueurs froides per i cine-beoti e Vertigo per gli altri. Perché diventando un oggetto di culto, questo film non ha soltanto conquistato il titolo in versione originale (sarebbe solo snob), ma qualcosa come un 'nome di battesimo' segreto e affettuoso: vertigo, parola latina che significa 'vertigine' - di quelli che si danno agli esseri cari quando sono scomparsi (dico proprio 'esseri', benché non ignori che si tratta solo di un mucchio di celluloide impressionata - only a film - ma i film non si limitano a invecchiare, ci guardano anche invecchiare). È da troppo tempo che Vertigo ci mancava. Nessuna grondaia, nessuna vestaglia rossa, nessuna sequoia, nessun tailleur grigio, nessuna via di San Francisco sono veramente esistiti sullo schermo dopo Vertigo. Nessun film, in realtà, gli somiglia.

(Serge Daney, Ciné journal, Fondazione Scuola Nazionale di Cinema, 1999)




And the loser is
: Quarto potere. Dopo cinquant'anni in vetta alla classifica di "Sight & Sound", il film d'esordio di Orson Welles è stato detronizzato dal quarantacinquesimo lungometraggio di Alfred Hitchcock, La donna che visse due volte. [...] Hitchcock, che ha fatto il suo ingresso nella top ten solo nel 1982 (due anni dopo la sua morte), ha visto accrescere costantemente la sua considerazione nel corso di questi trent'anni, e La donna che visse due volte ha scalato la classifica passando dal settimo al quarto posto nel 1992, al secondo nel 2002 e oggi al primo.

(Ian Christie, commentando la classifica 2012 dei migliori film della storia del cinema della rivista "Sight & Sound")