Peter Sellers uno e trino

Peter Sellers uno e trino

Si dà il caso che io ritenga Peter Sellers uno dei più grandi attori del momento. E credo che nessun altro sia in grado di interpretare altrettanto bene quei ruoli. Per me è come avere tre grandi attori diversi.

(Stanley Kubrick, intervista a Elaine Dundy, "The Queen Magazine", 13 marzo 1963)




Per la scelta del cast, Kubrick si rivolse ancora una volta a Peter Sellers per la sua abilità a interpretare molteplici personaggi. In Lolita Sellers aveva recitato uno stesso personaggio che indossava diversi travestimenti. Nel caso di Il dottor Stranamore, invece, Kubrick voleva che Sellers recitasse ciò che egli definiva "il protagonista e il protagonista e il protagonista". In un primo momento Sellers si mostrò riluttante ad accettare di recitare in molteplici ruoli; sentiva che si trattava di un trucco e che gli spettatori l'avrebbero paragonato ad Alec Guinness, che aveva interpretato diversi personaggi in Sangue blu. Kubrick convinse Sellers che non sarebbe riuscito a trovare un attore più adatto di lui a recitare i ruoli del presidente Merkin Muffley, del comandante di squadriglia Mandrake della RAF (per il quale mise un naso finto) e del dottor Stranamore. [...] Sellers venne pagato un milione di dollari per recitare le tre parti, il che fece coniare a Kubrick la battuta: "Ne abbiamo avuti tre al prezzo di sei". Sellers stava divorziando dalla moglie e gli era quindi impossibile lasciare l'Inghilterra; Kubrick disse alla stampa che questa era la ragione che l'aveva spinto a produrre il film in Inghilterra, mentre invece era solo uno dei tanti motivi.
Gli stili di recitazione estremi rappresentano un aspetto molto rilevante nell'estetica di Kubrick, costantemente in evoluzione. A questo proposito, l'incontro del regista con Peter Sellers ebbe un ruolo determinante. Non tanto per quello che riguarda la tecnica: Kubrick aveva la reputazione di girare le scene innumerevoli volte e Sellers era il genere di attore da improvvisazione le cui prime riprese dovevano necessariamente essere catturate mediante macchine da presa multiple. Però, l'intuizione del cineasta, secondo cui il coraggio di un personaggio può emergere su un set, venne confermata nel corso della loro collaborazione sia in Lolita sia nel Dottor Stranamore. Sellers offrì inoltre al regista una prima occasione di mostrare il suo senso dell'umorismo, che si rivelò molto più britannico che americano. La sceneggiatura di Lolita scritta da Kubrick era divertente, tuttavia fu la sequenza d'apertura nella quale Humbert uccide Clare Quilty - una sola riga nel copione - a consentire al film di arrivare al mitico The Goon Show, la serie radiofonica con Spike Milligan e Harry Secombe, che diede la fama a Sellers. Nel tentativo di scampare alla morte, Quilty mette in scena tutto il suo repertorio di accenti, rievocando le molteplici identità da lui assunte in passato.
Qualunque fossero le intenzioni di Kubrick quando decise di trarre dal romanzo Red Alert di Peter George un film serio, queste vennero abbandonate nel momento in cui accettò il suggerimento della Columbia Pictures di affidare a Peter Sellers ruoli multipli, come già era accaduto all'attore nel Ruggito del topo (1959), film di Jack Arnold dal trionfo inaspettato. Quando Il dottor Stranamore diventò un successo commerciale, il primo per Stanley Kubrick, un giornalista suggerì a Vladimir Nabokov che Peter Sellers avrebbe dovuto interpretare anche il ruolo di Humbert Humbert. L'autore di Lolita commentò: "Sarebbe stata un'idea meravigliosa".

(Bill Krohn, Stanley Kubrick, Cahiers du cinéma 2010)




Sellers non ebbe alcun problema con il personaggio del capitano Mandrake. Come molto tempo prima durante lo spettacolo per le truppe della RAF, in Malesia, si divertiva a mettersi dei baffi posticci e a far finta di essere un ufficiale. Mandrake è sostanzialmente un onest'uomo rispetto al Ripper di Sterling Hayden, un paranoico che Kubrick e Southern avevano caratterizzato con un'altra ossessione di moda nella destra di quel periodo, la fluorizzazione dell'approvvigionamento pubblico dell'acqua [...]
A Sellers piaceva l'opaco presidente Muffley. La sceneggiatura prevedeva che arrivasse al tavolo della Stanza della Guerra dal basso, salendo con un ascensore idraulico, come un pupazzo da un pacco a sorpresa, e che avesse un brutto raffreddore. Sellers interpretò la scena con tale energia, balzando in alto con un urlo e recitando ottimamente tutta la parte con un inalatore, che si dovette buttare un intero pomeriggio di riprese, e tagliare la scena, perché nessuno riusciva a smettere di ridere. Alla fine Kubrick decise che preferiva che Muffley fosse l'unico sano di mente in tutta la stanza, per cui Sellers lasciò perdere le sniffate comiche e lo interpretò come una sobria combinazione di Dwight D. Eisenhower e l'aspirante presidente Adlai Stevenson, l'archetipo dell'intellettuale pomposo. [...]
Fu proprio il personaggio di Stranamore che creò maggiori problemi sia a Sellers che a Kubrick. Il fisico Edward Teller e l'esperto missilistico Wernher von Braun servirono come modelli per l'aspetto fisico. Memore di Rotwang, lo scienziato di Metropolis di Fritz Lang, del 1926, genio tecnocrate e storpio cui si deve il progetto della città del futuro, Kubrick aggiunse il braccio artificiale coperto da un guanto nero che Rudolph Kleine-Rogge aveva usato per la propria interpretazione. Il braccio ragionava per conto suo, facendo il saluto nazista, rifiutandosi di mollare la presa da un regolo calcolatore e prendendo il proprio padrone per la gola, un risultato di una delle improvvisazioni di Sellers. Per la voce si ispirò al newyorchese stretto di Arthur Fellig, mischiandolo con un tedesco sopra le righe.

(John Baxter, Stanley Kubrick. La biografia, Lindau 2006)




A un certo punto Kubrick propose a Sellers di interpretare anche il ruolo del maggiore T.J. 'King' Kong, l'ufficiale incaricato dei bombardieri B-52 con il compito di lanciare la bomba. Sellers si dibattè nella parte per una settimana senza riuscire a imitare l'accento del Texas. La parte richiedeva una notevole prestanza fisica perché Kong doveva aggirarsi tra botole e scalette, per i diversi livelli dell'aereo fino al vano bombe. Alla fine Sellers si ruppe una caviglia e non riuscì a portare a termine il suo quarto ruolo. Kubrick ebbe la sensazione che a livello inconscio Sellers si fosse causato di proposito l'infortunio. Essendo soddisfatto dell'energia e della creatività espresse da Sellers nelle tre parti che gli erano state assegnate decise di scritturare un altro attore per il ruolo del maggiore Kong.

(Vincent LoBrutto, Stanley Kubrick. L'uomo dietro la leggenda, Il Castoro 1999)




Dopo una settimana di produzione Sellers inviò un telegramma a Kubrick in cui gli diceva: "Sono molto spiacente di dirti che ho serie difficoltà con i vari ruoli. Ascolta bene: non potrò mai fare, ripeto, mai il pilota texano, il maggiore King Kong. Ho un blocco totale per quell'accento". Una lettera del suo agente lo appoggiava. Kubrick non si scoraggiò, ribattendo che se Alee Guinness aveva interpretato otto ruoli in Sangue blu, perché non poteva farlo anche Sellers? Sellers fu tentato dal paragone con il proprio idolo. [...] La resistenza di Sellers continuò persino dopo che Kubrick aveva girato una sequenza con lui al comando del bombardiere, anche se Bert Mortimer, a lungo suo autista e cameriere personale, crede che il presunto problema dell'accento fosse in realtà una scusa per evitare la difficile scena di Kong in equilibrio sopra la bomba, che doveva essere girata a tre metri di altezza dal pavimento dello studio: "Non riusciva a immaginare di buttarsi con la bomba".

(John Baxter, Stanley Kubrick. La biografia, Lindau 2006)




Sebbene seguisse un concetto generale, Kubrick iniziò a sperimentare sempre più con varianti delle scene e a fare improvvisare gli attori. Il suo preferito era Peter Sellers, che era un grandissimo 'improvvisatore'. Per questo Stanley gli ha affidato così tanti ruoli.  È proprio con il Dottor Stranamore, credo, che Kubrick ha iniziato a ripetere così tanti ciak. Ed è per questo che, da allora, ha iniziato ad essere temutissimo da parte degli attori. Ma nel caso di Sellers, con il suo straordinario talento, a ogni nuovo ciak gli veniva una nuova idea. Con lui non si sapeva mai dove si andava a finire. Peter era geniale da questo punto di vista. Il personaggio del Presidente era l'unico ruolo in cui doveva recitare in modo più realistico. Quando Kubrick iniziò a girare le scene con il Presidente Muffley, io non ero sul set. Quando tornai negli studi, vidi che tutti i tecnici si stavano sbellicando dalle risate. Peter, che non era soddisfatto del ruolo, aveva chiesto a un trovarobe di portargli un inalatore per l'asma. Recitò la parte per due giorni con questo inalatore e con un tremendo raffreddore. Era fantastico e irresistibilmente comico. Ma poi Kubrick mi prese da parte e mi disse: "Secondo me è straordinariamente esilarante, ma non è adatto al film. Il Presidente degli Stati Uniti d'America deve essere l'unico a essere realistico e in certo qual modo normale".

(Ken Adam intervistato da Boris Hars-Tschachotin, in Stanley Kubrick, a cura di Hans Peter Reichmann, Giunti 2007)