François Truffaut

François Truffaut

François Truffaut nasce a Parigi, nella zona di Place Pigalle, il 6 febbraio 1932. Le circostanze legate al suo concepimento segneranno l’infanzia del regista. La giovanissima madre, Jeanine de Montferrand, quando scopre di essere incinta decide di abortire ma trova l’opposizione della famiglia. Dopo la nascita, il bambino viene dapprima messo a balia e poi mandato in campagna dalla nonna presso la quale trascorrerà i suoi primi anni di vita. Nel novembre 1933, Jeanine sposa Roland Truffaut, un designer industriale che riconosce il figlio come suo, pur non essendone il genitore biologico. Il rapporto di François con la nonna è stato fondamentale per l’affiorare di una delle grandi passioni del futuro regista, quella per la lettura. Non avendo frequentato la scuola materna, François fu introdotto proprio dalla nonna al mondo dei libri e da lei imparò a leggere. Ma alla passione per la letteratura non corrispose però un buon rapporto con le istituzioni scolastiche. Fino al 1941 frequenta il Lycée Rollin in cui, secondo le sue parole, si sente un estraneo ed il fallimento dell'esame di ammissione al sesto anno segna così l'inizio di un lungo peregrinare tra numerose scuole. In quegli anni scoppia anche la grande passione per il cinema ed uno dei primi film che il giovanissimo François Truffaut vede è Paradiso perduto (Paradis Perdu, 1940) di Abel Gance. Da allora frequenta assiduamente i cinema, con conseguenze facilmente prevedibili sulla sua resa scolastica.



Bocciato più volte, lascia presto la scuola e, poco prima della liberazione di Parigi, fugge dalla colonia in cui lo avevano mandato e trova un lavoro come magazziniere. Dopo aver perduto il lavoro, Truffaut fonda un cineclub in concorrenza con quello di André Bazin, che conosce in quest’occasione e che diverrà una figura fondamentale per il suo futuro. Sarà proprio quest’ultimo, nel 1952, a trovargli lavoro presso il servizio cinematografico del Ministero dell'Agricoltura ed in seguito lo introduce ad alcune riviste per poi assumerlo come critico cinematografico presso i nascenti Cahiers du cinéma. All'interno di queste riviste entra a far parte della giovane guardia che si riconosce attorno a Bazin, insieme a Claude Chabrol, Jacques Rivette, Jacques Demy, Eric Rohmer, Jean-Luc Godard. Il suo pamphlet Una certa tendenza del cinema francese chiarisce la posizione che egli sta difendendo con forza nei “Cahiers”, contro il cinema francese dell'epoca. Nel 1954 fece il suo esordio nel cinema con il cortometraggio Une Visite e successivamente scrive la sceneggiatura di Fino all’ultimo respiro (A bout de souffle, 1960) di Godard. Nel 1956 fu poi assunto come assistente alla regia di Roberto Rossellini in tre film che non verranno però portati a termine. Nel 1957, decide di passare alla realizzazione di film. Fonda così una società di produzione, Les Films du Carrosse (in omaggio a Le Carrosse d'or di Renoir) e gira L'età difficile (Les Mistons).


Nel 1959, gira I 400 colpi (Les quatre-cents coups), film dal successo immediato, che apre la strada al movimento della Nouvelle Vague e alla fama internazionale del regista, raddoppiata poi da Jules e Jim (Jules et Jim) nel 1961. L’anno successivo realizza l’episodio Antoine e Colette (Antoine et Colette) per il film collettivo L’amore a vent’anni (L'Amour à vingt ans, 1962) e due anni dopo gira La calda amante (La Peau douce, 1964). Del 1966 è invece Fahrenheit 451, adattamento del futuristico romanzo di Ray Bradbury, mentre il 1968 è l’anno di Baci rubati (Baisers volés), terzo capitolo del “ciclo Doinel”. Nel febbraio dello stesso anno, Truffaut difende pubblicamente Henri Langlois minacciato di destituzione dal suo ruolo di Direttore della Cinémathèque française, ponendosi alla guida del Comitato per la difesa della Cinémathèque e contemporaneamente si impegna in attività ed iniziative politiche legate al Maggio francese, impegno che lo dividerà dagli altri registi della Nouvelle Vague.


Nel 1969 Truffaut realizza sia La mia droga si chiama Julie (La Sirène du Mississippi) che Il ragazzo selvaggio (L'Enfant sauvage) in cui per la prima volta in suo film appare anche in veste di protagonista. Dopo Non drammatizziamo…è solo questione di corna (Domicile conjugal, 1970), quarto episodio della saga di Doinel, il regista francese realizza Le due inglesi (Les Deux anglaises et le continent, 1971), adattando nuovamente un romanzo di Henri-Pierre Roché – come già accaduto per Jules e Jim – e nel 1973 gira una delle sue pellicole più famose, Effetto notte (La Nuit américaine). Successivamente realizza Adele H. (1975), Gli anni in tasca (L'Argent de poche, 1976), L’uomo che amava le donne (L'Homme qui aimait les femmes, 1977), La camera verde (La Chambre verte, 1978). Jean-Pierre Leaud interpreta Antoine Doinel per l’ultima volta nel 1979 in L’amore fugge (L'Amour en fuite), ultimo capitolo del ciclo, che precede gli ultimi tre film girati da François Truffaut: L’ultimo metrò (Le Dernier métro, 1980), La signora della porta accanto (La Femme d'à côté, 1981), Finalmente domenica! (Vivement dimanche!, 1983). Muore il 21 ottobre 1984 a Neuilly-sur-Seine.