I segreti di fabbricazione

I segreti di fabbricazione

Se vuoi mandare un messaggio vai all'ufficio postale. Devi essere libero di pensare le cose. Le idee arrivano e si agganciano l'una all'altra. Se stanno bene assieme e formano una storia che ti fa procedere in avanti, la prima cosa che può rovinare tutto ciò è di preoccuparsi di cosa ne penserà la gente. Quindi, se ti danno il permesso e il denaro per realizzare un film, devi dire, o così o niente. Se vi disturba, uscite dal cinema, per favore.

(David Lynch)

 


Durante il primo anno al Center for Advanced Film Studies, Lynch lavora principalmente a una sceneggiatura cui tiene molto, ma che non riesce a trasformare in film, Gardenback, da lui definita "una storia di adulterio che ha molto a che fare con i giardini e gli insetti". Abbandonato a malincuore il progetto, comincia a lavorare a Eraserhead. Nelle sue intenzioni il film dev'essere un lungometraggio, ma l'AFI tende a finanziare soltanto opere brevi e dal momento che la sceneggiatura presentata da Lynch è di ventuno pagine, mettono a sua disposizione cinquemila dollari per realizzare un cortometraggio di ventuno minuti. L'idea di partenza deriva da una sorta di visione: una testa spiccata dal corpo e utilizzata per farne gomma per cancellare. Da questo nucleo primario il regista ricava altri spunti altrettanto bizzarri, strutturando la sua storia più in termini di texture (un vocabolo, questo, ricorrente nei discorsi di Lynch) che di trama vera e propria. Il regista ottiene dall'AFI il permesso di girare il film in 35mm in bianco e nero.
Le riprese hanno inizio il 29 maggio del 1972. Si prevedono sei settimane di lavorazione.
(Riccardo Caccia, David Lynch, Il Castoro, Milano 1993)




Convinto che il film finirà per essere più lungo, David Lynch inizia a negoziare, ottenendo il permesso di girare un mediometraggio di 41 minuti. Per le scene può contare su locali lussuosi, diverse stanze di una residenza estiva di proprietà dell'AFI. Riunisce un ristretto gruppo di lavoro, che comprende suo fratello John, Alan Splet e Catherine Coulson, la futura 'Signora del Ceppo' della serie Twin Peaks. Nella primavera del 1973 le riprese vengono interrotte, soprattutto perché l'AFI, intuendo che il lavoro si stava trasformando in un lungometraggio, sospende i finanziamenti e cessa di rifornire al regista la pellicola necessaria.
(Thierry Jousse, David Lynch, Cahiers du cinéma, Parigi 2000)




Il nucleo centrale della troupe di Eraserhead comprendeva l'operatore Herbert Cardwell (che più tardi sarebbe stato rimpiazzato da Frederick Elmes), il tecnico del suono Alan Splet, Catherine Coulson (in un gran numero di ruoli), la produttrice esecutiva Doreen Small e l'attore Jack Nance. L'affetto nutrito da Lynch per il film costituisce una componente del naturale attaccamento per le persone, per l'epoca e per un particolare metodo di fare cinema, basato sui tempi lenti. Tutte ragioni in più, presumibilmente, per preservare il quintessenziale mistero di Eraserhead.
Anche solamente a causa delle sue dilatate modalità produttive, il film apporta nuove sfumature di significato all'idea di 'lavoro svolto per passione'. Con i suoi cinque anni di lavorazione, Eraserhead rappresenta uno degli esempi più singolari dell'assoluta determinazione di un regista nel portare sullo schermo le proprie visioni, pur affrontando una considerevole serie di avversità. L'aver messo a punto un immaginario così impeccabilmente ermetico nell'arco di diversi anni, e potendo disporre di un budget tanto ristretto, costituisce un esito eccezionale.
(Chris Rodley, in David Lynch, Io vedo me stesso, il Saggiatore, Milano 2016)




È certo che l''estraneità' del film risulta evidente sin dal percorso produttivo, davvero insolito. In primo luogo Eraserhead è stato girato quasi completamente di notte, in parte perché i luoghi delle riprese erano particolarmente rumorosi di giorno, ma anche perché quasi tutte le persone coinvolte (compreso lo stesso Lynch) avevano un lavoro. Lynch, che nel frattempo ha appreso le tecniche di meditazione trascendentale, lascia che le sue idee si sviluppino quasi per conto loro, senza forzarle. [...] Nonostante le enormi difficoltà, è disposto a tutto pur di terminare il film: arriva persino a pensare di costruire un pupazzo con le sembianze di Henry e di completare la pellicola con sequenze realizzate con la tecnica dello stop motion. In questo frattempo l'operatore Frederick Elmes dirige la fotografìa per il film di Cassavetes L'assassinio di un allibratore cinese (1976). Tutte le persone coinvolte nella produzione, dai tecnici agli attori, continuano comunque ad incontrarsi per cercare soluzioni. Dopo aver bussato alla porta di parenti e amici, ed aver racimolato una somma di denaro sufficiente, il gruppo può ricominciare le riprese nel maggio del 1974. Lynch, che ha divorziato dalia moglie, abita di nascosto nella stanza di Henry ricostruita sul set, cancellando ogni mattina le tracce della sua presenza, e durante le riprese deve spesso assentarsi a causa del suo lavoro che consiste nel vendere il "Wall Street Journal". Tra continui rinvii, ritardi e ingiunzioni dell'American Film Institute a liberare i locali occupati, il film è finalmente terminato nella primavera del 1976, dopo una lunga e laboriosa opera di creazione degli effetti sonori e di missaggio realizzata da Alan Splet assieme al regista. Il responso decisamente negativo dopo la 'prima' nel marzo del 1977, convince Lynch a tagliare alcune scene. Ma Eraserhead troverà il suo pubblico soltanto una volta entrato nel circuito dei midnight movies.
(Riccardo Caccia, David Lynch, Il Castoro, Milano 1993)