Faye Dunaway

Faye Dunaway

Attrice americana (Bascorn, Fla., 1941). Figlia di un ufficiale di carriera dell'esercito americano, Faye Dunaway ha avuto un'infanzia per così dire errabonda: da una città di guarnigione all'altra, in Europa come negli Stati Uniti. Laureatasi all'università della Florida e alla School of Fine and Applied Arts dell'università di Boston, debutta in teatro a New York. Nel 1962 entra a far parte della Lincoln Center Repertory Company. Particolarmente distintasi nella produzione off-Broadway Hogan's Goat, debutta sullo schermo nel 1967 in Cominciò per gioco... (The Happening, E. Silverstein, 1967). Ma sarà l'interpretazione al fianco di Warren Beatty e Gene Hackman in Gangster Story di Arthur Penn a segnare il punto d'avvio della sua carriera di diva, dopo una prima nomination all'Oscar come migliore attrice. Avrà ancora una nomination nel 1974 per Chinatown (R. Polanski) prima di vedersi assegnare l'Oscar per la sua interpretazione in Quinto potere (S. Lumet, 1976).




Il fisico altero, temperato da una carica nervosa che a volte parrebbe contraddirne lo slancio vitale, l'energia che esprime naturalmente le consente di essere l'avventuriera calcolatrice come la donna d'azione o l'indossatrice sofisticata minata dalla nevrosi, di dare libero sfogo a una sensualità straripante (Il compromesso) e di tradurre la frigidità prodotta da un trauma affettivo, da una disintegrazione della personalità. Fa parte della razza delle 'sensitive', paragonabile a Jane Fonda ma apparentemente più vulnerabile e narcisista. Jerry Schatzberg, in Puzzle of a Down-fall Child, rivelerà per primo questa ipersensitività, cui faranno appello anche René Clement (Unico indizio: una sciarpa gialla, 1972) o Sidney Pollack (I tre giorni del Condor). Il suo carisma reale viene sfruttato in Piccolo grande uomo, I tre moschettieri in cui è Milady, e Quinto potere. Un'analisi più accurata consente di selezionare le sue interpretazioni secondo tre distinti indirizzi: la donna psichicamente e affettivamente vulnerabile (Puzzle of a Down-fall Child, I tre giorni del Condor), la "femminista" che svolge mestieri maschili rischiando l'autodistruzione per egocentrismo (Quinto potere, 1976, Occhi di Laura Mars, 1978, Mammina cara, 1981), la femminilità invadente, conquistatrice o inquietante (Il compromesso, Chinatown).
(da Michel Sineux, Faye Dunaway, in Dizionario del cinema americano, a cura di Michel Ciment e Jean-Loup Passek, Gremese, Roma 1993).




Fra le sue interpretazioni dopo gli anni '80 ricordiamo L'avventuriera perversa (The Wicked Lady, 1983) di Michael Winner, Barfly - Moscone da bar (Barfly, 1987) di Barbet Schroeder, Bruciante segreto (Burning Secret, 1988) di Andrew Birkin, Aspetta primavera, Bandini (Wait Until Spring, Bandini, 1989) di Dominique Deruddere, In una notte di chiaro di luna (1989) di Lina Wertmüller, Il racconto dell'ancella (The Handmaid's Tale, 1990) di Volker Schlöndorff, Indagine allo specchio (Double Edge, 1992) di Amos Kollek, Arizona Dream (1993) di Emir Kusturica, L'ultimo appello (The Chamber, 1996) di James Foley, The Yards (2000) di James Gray, Le regole dell'attrazione (The Rules of Attraction, 2002) di Roger Avary, The Seduction of Dr. Fugazzi (2009) di October Kingsley, Balladyna (2009) di Dariusz Zawislak e 21 and a Wake-Up (2009) di Chris McIntyre.