Gli outtakes ritrovati

Gli outtakes ritrovati

AMARCORD FELLINI
Provini, tagli e doppi scelti da Giuseppe Tornatore (8')


Di seguito un estratto:


Un anno fa vennero alla luce 200 scatole di tagli e doppi (il girato di una scena prima del ciak) di Amarcord. Quando Zeudi Araya, moglie del produttore Franco Cristaldi scomparso nel 1992 e detentore dei diritti, contattò la Cineteca per il restauro del film, disse di custodire nel cellario altre cento scatole per un totale di trenta ore. Una massa enorme senza una sequenza cronologica dove tutto è mescolato. Così abbiamo deciso di telecinemare, cioè di passare secondo una scansione temporale tutta questa massa in video perché è difficile vedere il materiale in negativo. Sono immagini mute, senza audio (il doppiaggio avvenne solo in fase di montaggio). Provini, scene alternative, backstage, materiale di scarto mai entrato a far parte del film. In alcuni casi si vedono le maestranze al lavoro dietro le quinte, e lo stesso Fellini che appare a sistemare qui e là gli attori. Dai tagli si capisce com' è stata costruita la scenografia di quel borgo di Rimini e dei suoi abitanti, le feste paesane, la scuola, il 'sabato fascista', l'arrivo del Rex, il transatlantico che naviga su un finto mare fatto di teli di plastica mossi dai macchinisti; oppure Fellini che aggiusta all' ultimo il cappellino del sacerdote modificandone completamente l' immagine da un semplice dettaglio. C' è il provino di Magali Noël che si trasforma nella Gradisca perfetta, lo sguardo penetrante, sensuale. Ci sono gli attori preoccupati perché capiscono che è l' occasione della loro vita, e di contro la felicità della troupe dei collaboratori storici di Fellini, dove Peppino Rotunno, il direttore della fotografia, è una sorta di viceré. Fellini non perde mai la pazienza, si sente a casa sua. E poi c' è la sua Rimini completamente ricostruita a Cinecittà.
(Gian Luca Farinelli)





È il sogno di ogni cinefilo quello di poter spiare dietro le quinte di un film – soprattutto di un capolavoro come Amarcord – per capire come lavorava Fellini. E le scene ritrovate dalla Cineteca di Bologna permettono di scoprirlo. Per esempio accorgendosi di come il regista preferisse l’allusione allo svelamento, anche quando si tratta dei seni di Magali Noël. Come dimostrano i tagli ritrovati per la celeberrima battuta “Signor principe? Gradisca”: Fellini aveva girato una scena in cui la manicure si apriva la giacca e mostrava le sue grazie e una – quella poi conservata nel montaggio originale – in cui si nascondeva sotto le lenzuola. Allo stesso modo, per l’imperiosa professoressa di matematica aveva pensato anche a una scena in cui le fantasie degli allievi davano forma a una coda cavallina che spuntava dai suoi fasciatissimi fianchi. Ma anche qui Fellini aveva preferito lasciare che lo spettatore non fosse “guidato” da nessuna immagine precisa. Bisogna aggiungere che questi ritrovamenti dimostrano che aveva ragione? Tra le altre curiosità recuperate, c’è per esempio una scena col professore di scienze che spiega come la luce crea le ombre (mentre alcuni allievi abbassano i calzoni a Alvaro Vitali). Tutto sparito nell’edizione per le sale, allo stesso modo della scena in cui la madre di Titta brucia la chevalière del padre, dopo che i fascisti lo hanno costretto a bere l’olio di ricino. Sarebbe stato ancora una volta troppo esplicito. Altre scene, invece, testimoniano il perfezionismo del regista, come quando sposta leggermente il braccio di un vitellone mentre balla con una bella straniera o cerca le diverse espressioni che l’inclinazione del cappello può aggiungere alla faccia rubiconda del curato. A dimostrazione che l’immediatezza dei suoi film era il frutto di continue prove e molti ripensamenti.
(Paolo Mereghetti)

Ricordo esattamente quando uscì. Allora i film arrivavano in provincia, dove abitavo, dieci mesi o persino un anno dopo la città, ma per quello di Fellini presi la corriera e comprai il biglietto al cinema Fiamma di Palermo. Volevo vederlo in prima visione. Fu un’esperienza indimenticabile, avevo già deciso di diventare regista, anche se non sapevo se ci sarei riuscito. La visione di Amarcord mi diede l’energia e la forza per provarci.
(Giuseppe Tornatore)

Di seguito la videointervista a Giuseppe Tornatore a proposito del lavoro sugli outtakes di Amarcord (Repubblica.it)




Galleria fotografica